Dal bilancio ambientale emerge un dato su tutti: il disinteresse della Giunta verso la città di Reggio Emilia.
Questo emerge da alcuni fattori, semplici ma significativi, che denotano il fatto che le politiche sull’ambiente si sono rivelate inefficaci.
Abbiamo un trasporto pubblico urbano vecchio ed incapace di incontrare le necessità della popolazione (da quella che lavora a quella scolastica).
Ma di più, i mezzi sono sempre più vecchi ed obsoleti, e conseguentemente più inquinanti.
Curioso come ai cittadini si cerchi di far acquistare auto sempre più nuove e meno inquinanti, e poi vedere l’amministrazione pubblica non fare lo stesso.
A Reggio si contano 15 siti inquinati che, da più di due anni, vengono ignorati e non vengono bonificati.
Oltre a vedersi il sistematico depauperamento delle aree agricole, in favore di aree edificate e permeabilizzate.
Il bilancio ambientale, nei numeri, ha decretato il fallimento di Ecoabita. Le pratiche per costruire passano infatti da 365 ad appena 75.
Un crollo drastico, che dimostra l’incapacità da parte del Comune di creare un sistema virtuoso per incentivare i costruttori ad utilizzare materiali e tecniche di costruzione ecocompatibili.
Per non parlare delle misure sul traffico: si sbandierano misure per la fluidificazione, ed in realtà vengono messe in atto azioni per restringere le carreggiate ed aumentare le code.
Oltre il fallimento consolidato dei processi partecipativi, che vedono la partecipazione della gente crollare vertiginosamente. Forse è meglio dirottare in modo più utile i fondi destinati a questi progetti, in modo da rendere un servizio migliore alla città.
Dal bilancio ambientale emerge per la Giunta un giudizio impietoso, un 4 di stima, per amministratori pubblici che ben poco hanno saputo guardare ad una crescita compatibile con il rispetto del territorio
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