Come suo solito l’assessore Barbati si straccia le vesti per ogni provvedimento fatto dal Governo.
Nel mirino del vicesindaco oggi il codice delle autonomie, una valida iniziativa del Governo che taglia del 20% i costi della politica locale.
Verranno ridotti i consigli provinciali e comunali, ridotto il numero degli assessori, e verranno eliminati molti enti inutili.
La Barbati lamenta il fatto che “si continua a tagliare sugli enti locali e non si tagliano le spese a Roma […] riducendo il numero degli onorevoli”.
Mi chiedo dov’era la Barbati quando si votò il referendum confermativo della cd. Devolution, riforma voluta fortemente dalla Lega Nord e che conteneva, tra le altre cose, la riduzione del numero dei parlamentari.
Da quel giorno sono passati pochi anni, e ricordo con precisione che il partito del vice sindaco e i suoi alleati fecero una forte campagna elettorale per non confermare il provvedimento.
Ma d’altra parte difficilmente il centro sinistra, quantomeno a Reggio Emilia, può essere d’accordo con un provvedimento che taglia circa 50.000 poltrone di enti sovrabbondanti o inutili, considerati anche gli ultimi assestamenti di bilancio che sono stati fatti più per dare quattrini a ACT, Teatri e ISTORECO piuttosto che investire per dare servizi ai cittadini.
Giusta anche l’abolizione del difensore civico comunale, una figura che percepiva lo stipendio mensile di un assessore (e gli veniva dato un ufficio con segreteria), per trattare solamente circa 100 pratiche all’anno.
Sarebbe meglio che l’assessore Barbati quindi pensasse al bilancio del Comune, pensare a come tagliare significativamente le spese per le consulenze inutili che abbondano.
Il fulcro della politica di sinistra sono gli apparati e non i cittadini, questo si traspare dalla loro incoerenza, questo traspare dal modo in cui amministrano Reggio.
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