Dalle cronache degli ultimi
giorni, emerge l’intenzione della Regione, avallata dal Comune di Reggio
Emilia, di estendere a due giornate il blocco del traffico.
Una proposta ideologica e
di propaganda, che dimentica quali sono le cause dell’elevato tasso di
inquinamento della nostra aria.
Dato assodato è che
l’Emilia Romagna, per conformazione geografica, è un bacino dove è più facile
il ristagno dell’aria, quindi aria più inquinata.
Inoltre è risaputo che
l’inquinamento atmosferico è prodotto da circa 1/3 dal traffico veicolare, 1/3
dal riscaldamento delle abitazioni, ed 1/3 dalle attività produttive.
Cercare di incidere
solamente su “quel terzo” derivante dal traffico veicolare è miope e non
risolve alla radice il problema.
Per quanto riguarda il
traffico e la mobilità, orrerebbe studiare una rete di mobilità che impedisse
le lunghe code (fonti di inquinamento) e di materiali che assorbissero le
sostanze inquinanti.
La politica della
(im)mobilità di Gandolfi al contrario fa aumentare le code e i periodi di
percorrenza dei tragitti, quindi anche dal punto di vista ecologico è
totalmente fallimentare.
Sii dovrebbe verificare
l’adeguatezza dei sistemi di riscaldamento e della messa a norma di caldaie e
impianti produttivi.
Un’operazione che purtroppo
non è mai stata fatta, mancando ogni intenzione politica di percorrere questa
strada.
Invece che vessare i
cittadini con i blocchi del traffico, Gandolfi faccia un mea culpa, vada a
casa, e lasci il posto a chi sa affrontare i temi dell’ambiente.
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