Il ministro Delrio come
giustificherà il decreto Salva Roma al PD reggiano??
La domanda sorge
spontanea visto l’atteggiamento di forte critica del PD di casa nostra
all’indomani dei decreti salva Roma e Catania fatti dal governo Berlusconi.
Giova ribadire come i due
precedenti provvedimenti legislativi erano stati presi come vere e proprie
pietre dello scandalo, contro i quali il PD nostrano si era scagliato con una
veemenza veramente singolare.
Il dato politico
nazionale, comunque lo si guardi, è veramente desolante.
In Italia centinaia di
Sindaci virtuosi hanno continuato a mantenere efficenti i servizi ai loro
cittadini nel rispetto del cappio imposto con il patto di stabilità.
A Roma questo non accade,
ed amministrazioni spendaccione ed inefficienti hanno continuato a spendere e
spandere, tanto alla fine arriva sempre un decreto “salva Roma” che toglie le
castagne dal fuoco.
800 milioni di buco di
bilancio per la Capitale, oggettivamente, sono veramente tanti, considerato il
fatto che nella Città eterna non si
brilla certamente per servizi pubblici.
Suona paradossale come
proprio la città che ospita le principali sedi politiche nazionali non riesca a
rispettare le leggi di bilancio che proprio lì vengono scritte.
Il punto è che il Comune
di Roma deve essere considerato al pari degli altri Comuni italiani, ed è
disdicevole che ogni piè sospinto venga emesso un decreto che cerchi di
rattoppare le tasche lacere dell’Ente.
Uno Stato serio ed
autorevole, a questo punto, garantendo i servizi fondamentali dell’Ente,
dovrebbe mandare a casa la classe politica attuale e rimuovere da ogni incarico
pubblico a chi a svolto ruoli di amministrazione o di controllo presso il
Comune di Roma.
Chi ha avuto
responsabilità, siano esse di gestione o di controllo, in quel Comune tutti a
casa, per porre successivamente le basi per un’amministrazione efficiente della
città.
L’immagine dei maiali per
la Città di Roma che mangiano lungo le strade rappresenta esattemente
l’immorale banchetto che, nonostante il clima di austerità, continua a riempire
le bocche di famelici parassiti della società.
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