Grandi celebrazioni per l’anniversario del “patto per la convivenza, le regole, la responsabilità in zona stazione”. Un documento vuoto di effetti pratici e che è servito in un’ottica meramente elettoralistica.
Un “progetto” che parte da un approccio sbagliato al tema della convivenza e dell’integrazione in zona stazione che, invece che rivendicare le nostre radici, non ha saputo fare di meglio che prendere in prestito un proverbio africano come mission del patto.
Occorre ricordare che proprio il “patto per la convivenza, le regole, la responsabilità in zona stazione” prevede al suo interno l’obiettivo del Comune di “sostenere processi d’inclusione che prevedano la rappresentanza politica delle persone residenti di origine straniera cominciando dalla rappresentanza nelle Circoscrizioni […]”.
Un patto che se venisse realizzato completamente porterebbe alla perdita, da parte dei reggiani, della possibilità di decidere a casa loro. Sarebbe l’inizio della colonizzazione di Reggio Emilia.
Nel report di un’anno di vita del patto della stazione viene sottolineato il presidio costante da parte della Polizia Municipale nella zona della stazione durante le ore diurne.
Non ci sono dati specifici relativi ai controlli circa le identità personali, che è un’attività fondamentale per il controllo e la repressione del fenomeno delle situazioni di clandestinità.
La Polizia Municipale dovrebbe incrementare questo tipo di controlli, al fine di rendere presidiata meglio la zona della stazione.
Gli unici dati disponibili sono quelli relativi al “tavolo interforze”, che comunque ha proceduto a controllare 921 persone, meno di tre al giorno.
Si tratta di un’azione dai risultati insoddisfacenti, se consideriamo l’alto numero di immigrazione nella zona.
Viene presa a pretesto la sicurezza del quartiere per giustificare gli ennesimi make up estetici alla piazza della stazione e delle vie limitrofe. Questo non basta.
Anche dal punto di vista delle previsioni urbanistiche ci sono delle scelte totalmente sbagliate.
Nel PSC, per quanto riguarda l’ambito strategico di via Turri e della stazione ferroviaria le strategie del Comune non fanno altro che acuire i problemi.
In una zona densamente abitata viene prevista l’ulteriore possibilità di costruire invece che dare la priorità alla riqualificazione.
Il sistema SIT (sistema informatizzato per la raccolta dei dati), presentato alla Prefetture e forze dell’ordine il 22 ottobre 2008, non ha ancora prodotto risultati apprezzabili in materia di contrasto ai fenomeni di irregolarità all’interno delle abitazioni date in affitto.
Nei condomini di via Turri e non solo, sono sempre più frequenti le situazioni di chi non paga le spese condominiali e quelle relative all’acqua. Questo crea notevoli disagi alle famiglie oneste e che pagano regolarmente.
Mentre il Sindaco e la Giunta si lodano con risultati fittizi, ho ricevuto numerose segnalazioni di prostitute di origine cinese in via Sani, e numerosi segnali che indicano che il degrado e la delinquenza stanno mettendo radici sempre più profonde nella zona della stazione.
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