Quello
che sta accadendo nel nostro Paese in questi giorni ha del paradossale.
In
un Paese che afferma l’importanza dei Partigiani e della Resistenza, si abdica
ai principi fondamentali democratici in nome di
una politica giunta al livello più basso della storia repubblicana.
L’invasore
non veste una divisa grigia o mimetica militare, non imbraccia un fucile o una
pistola, ma veste con abiti firmati e camice fresche di tintoria, ed ha come
arma di distruzione di massa il denaro.
Preferisco
farmi governare dal peggior primo ministro uscito da una competizione
elettorale, scelto su di un programma o anche solo dall’appeal elettorale,
piuttosto che trovarmi un dittatore messo lì da soggetti che hanno come proprio
fine ultimo il profitto e non la democrazia.
Allora
mi chiedo che fine abbia fatto il principio della “sovranità degli Stati” e
dell’indipendenza di questi ultimi.
Mi
stupisce come un vecchio comunista, che oggi riveste il ruolo di Presidente
della Repubblica – si badi bene NON votato dal popolo – metta in disparte quei
principi della resistenza che tanto vengono celebrati più volte all’anno.
I
casi sono due: o la resistenza negli ultimi anni è stata ridimensionata a
strumento per mantenere il consenso da parte della sinistra unitamente a gnocco
fritto e salsiccia, oppure questi valori sono realmente assoluti, e per questo
occorre combattere.
Nel
primo caso, trovo sconcertante che ai nostri bambini nelle scuole, sin dalla
tenera età, venga fatto un lavaggio del cervello degno della migliore
dittatura.
Mettere
“in ordine i conti”, che come abbiamo visto non sono poi così “disastrati”, può
giustificare la morte della democrazia?? Io credo di no, e credo che la
democrazia debba rappresentare un baluardo inespugnabile per i popoli.
Un
Paese che abdica alla democrazia non è solo un Paese di merda, ma si trasforma
in una dittatura mascherata da governo tecnico.
Ma
la democrazia è come la salute, si apprezza e la si rimpiange solamente quando
viene meno.
Ed
allora occorre difendere questo valore, con fermezza e con qualsiasi mezzo.
Per
fare questo ci “sfolleremo sui monti” dell’opposizione al canto non di una
“bella ciao” ormai priva di qualsivoglia significato, ma al suono di Va
Pensiero, sulle arie dei nostri padri e della nostra terra.
Occorre
liberare il Paese da questa incombente dittatura di tecnocrati della finanza,
con qualsiasi mezzo e con la massima determinazione.
Staremo
all’opposizione, e da lì gli faremo vedere i sorci verdi, e non perderemo
occasione per ringraziare quel vecchio comunista che, non riuscendo a vincere
democraticamente una campagna elettorale, ha abdicato alla democrazia e ha
consegnato le chiavi del Paese all’invasore straniero.
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