Una nuova legge nazionale per
regolamentare l’esercizio dell’attività più antica del mondo è oggi un fatto
urgente, e ci permetterebbe di prendere “due piccioni con una fava”.
Un primo aspetto è senza
dubbio quello economico.
Tramite la regolarizzazione “della
professione” lo Stato, con la tassazione dei guadagni delle prostitute,
introiterebbe molti denari.
Ci sono studi che
ipotizzerebbero addirittura un gettito fiscale che permetterebbe di eliminare
l’odiata IMU sulla prima casa.
Nella “maestrina d’Europa”
Germania, ad esempio, eros center e bordelli sono non solo legalizzati, ma sono
molto diffusi su tutto il territorio nazionale.
Il secondo aspetto, non di
secondaria importanza, è quello dell’igiene e dell’ordine pubblico.
L’esercizio della prostituzione,
che dovrà essere vietata lungo la pubblica via, dovrebbe essere consentita
all’interno di “centri”, “quartieri” o “zone”, in modo da poter controllare
meglio il fenomeno e non recare problemi di ordine pubblico.
Infine vorrei ricordare e
denunciare lo sfruttamento delle donne che si cela dietro la prostituzione “per
strada”.
Un fenomeno abietto e grave,
che tramite la regolarizzazione della prostituzione può essere debellato.
Delrio, come presidente ANCI,
dovrebbe chiedere al Governo di intervenire con urgenza su questi temi,
chiedendo altresì che il gettito derivante dalla tassazione della prostituzione
venga destinato ai Comuni ed all’eliminazione dell’IMU.
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