Il sistema di ordinanze anti
prostituzione ormai fa acqua da tutte le parti e, nonostante il divieto
previsto dall’amministrazione comunale, le ragazze che vendono il loro corpo
nella nostra Citta, la sera, non accenna a diminuire.
L’ordinanza non ha il potere
di eliminare le prostitute dalle strade, ma semplicemente di impedire il
meretricio in alcune, con l’evidente obbligo di spostare le prostitute nelle
zone limitrofe.
Il punto è che, nonostante la
loro buona volontà, gli Enti Locali da soli non hanno gli strumenti per
combattere questa grossa piaga sociale.
L’impotenza degli Enti Locali
e il colpevole immobilismo del Parlamento hanno fatto si che una legge
dannosa e liberticida come la Merlin
potesse rimanere in vigore per più di sessant’anni.
Sul tema della prostituzione
urge una regolamentazione nazionale??
Verissimo, ma l’immobilismo
di tutte le forze politiche, ci ha
spinto a depositare presso la Corte di Cassazione un quesito referendario per
chiedere l’abrogazione della legge Merlin.
Ritengo che la presentazione
del quesito referendario debba aprire il dibattito della politica a Reggio
Emilia come a livello Nazionale, per affrontare il tema in modo laico e
responsabile.
Al momento dell’apposizione
della firma, il mio pensiero è andato alle migliaia di ragazze sfruttate dal
racket, ma anche ai residenti della nostra Pieve Modolena.
Già ad aprile chiesi alla
presidentessa della commissione competente di affrontare il tema, ma nonostate
le promesse di fissare un incontro, questo ancora non si è tenuto.
Continuare solo con il
sistema delle ordinanze è inutile e non risolve il problema, auspico che anche
in Consiglio Comunale il tema venga affrontato, e che ci sia un appoggio
all’iniziativa referendaria da noi intrapresa.
Occorre partire dal testo
depositato in Cassazione, in modo di riuscire a dettare alla politica nazionale
ed ai palazzi romani il tema da affrontare.
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