Anche Reggio Emilia si
doterà della possibilità di averre il “matrimonio di serie B”.
Oggi in Consiglio
Comunale approda l’istituzione del “regolamento per il riconoscimento delle
unioni civili”, che costituisce una prova di dialogo tra il PD ed il Movimento
5 Stelle.
In mancanza di una legge
nazionale che disciplini la materia, in questi anni sono numerosi i Comuni che
cercano delle rincorse in avanti, che vogliono dar vita ad obrobi giuridici.
Il dato politico è che si
vuole creare un “matrimonietto”, che possa riconoscere le unioni anche
omosessuali, che possa essere fonte di diritti, ma che non comporti doveri e
vincoli troppo stretti. Troppo comodo direi!!
Requisito per il
“matrimonietto” è il vincolo affettivo e la comune residenza, nulla più, in cambio
si possono avere vantaggi e agevolazioni pubbliche, considerato il fatto che il
Comune di Reggio Emilia “tutela e sostiene le unioni civili, al fine di
superare situazioni discriminatorie e faorirne l’integrazione nel contesto
sociale, culturale ed economico del territorio”.
In un momento di crisi,
invece che sostenere ed aiutare la famiglia quale nucleo fondamentale della
società, si pensa a creare altre strane forme di riconoscimento.
Viene ammesso il
riconoscimento alle coppie omosessuali.
Così anche a Reggio
accadranno episodi simili a quelli successi al secondo municipio di Roma, dove una coppia di mamme
lesbiche con un figlio chiede ed ottiene l’annullamento dei festeggiamenti
della festa del papà.
Aberrazioni che non
vorrei mai vedere nella nostra Cità.
Grazie a questo
provvedimento a Reggio potremmo avere l’ufficializzazione delle “amanti”,
considerata la possibilità per una persona di essere sposato con una e parte di
una convivenza civile con un’altra.
Il comico Crozza direbbe
“che figata”.
Invece che trovare escamotage per riconoscere
tutele a situazioni che non ne sono meritevoli, ritengo che il Comune debba
piuttosto occuparsi di famiglia, concentrando le proprie energie al fine di
garantire questo istituto.
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