L'accostamento del rinnovo dell'incarico ad un "sacrificio personale" lo trovo un gesto intriso di falsa retorica e sprezzante dello "stato"del Paese.
Ormai in Italia non siamo più in una democrazia, ma in una gerontocrazia autoreferenziale che, utilizzando il teatrino dei palazzi romani, se la canta e se la suona da sola.
A quasi due mesi dall'esito del voto il Paese è [quasi] irrimediabilmente con le pezze al culo.
Sono emersi tutti i limiti di una Costituzione approvata subito dopo la guerra, e che oggi non è in grado di dare al Paese le risposte che cerca.
Abbiamo una figura totalmente inutile, il Presidente della Repubblica.
Viste le sue attribuzioni potremmo dare l'incarico alla prima attricetta avvenente, in modo che possa adempiere a tutte le esigenze di rappresentanza in modo esteticamente migliore del Presidente attuale (che se ci andrà, come andrà, male durerà fino a 92 anni).
Nonostante l'espressione del voto popolare siamo nell'impossibilità di formare un Governo.
Forse sarebbe meglio un sistema attraverso il quale chi ha preso 1 voto in più alle elezioni possa governare per 5 anni (chiaramente con espressione del candidato premier).
Ci vorrebbe una nuova architettura costituzionale in modo da evitare che ad un popolo con le pezze al culo, si debba somministrare l'umiliazione data da un ricco anziano che non ha lavorato un giorno della sua vita, che etichetta l'importante incarico appena ricevuto come un "sacrificio personale".
Detto in dialetto reggiano, e nel più ampio senso politico della mia critica, mi verrebbe da dire: Giorgio, l'è mèi c'at vergoign
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