Il Governo Monti al lavoro
ha dato il via libera al cd. “pacchetto liberalizzazioni”, un decreto legge
che, al di la del nome, si concretizza in un vero e proprio “pacco” per gli
italiani.
Questo Governo ha
dimostrato sin dalla sua nascita di andare a braccetto con i “poteri forti”, e
nella sua attività quotidiana non ha perso occasione per confermare questa
etichetta.
Per gettare fumo negli
occhi già lacrimanti degli italiani ha predisposto questo pacchetto di
liberalizzazioni, partendo non da quei centri di potere che soffocano la nostra
economia, ma prendendosela con i piccoli.
Invece che partire con le
reti ferroviarie, autostradali, energetiche, telecomunicazioni, il Governo
parte dalle fasce deboli del Paese: i tassisti, le edicole, le farmacie.
Ad esempio sul trasporto
ferroviario sono state prese misure che non hanno nessuna efficacia sui prezzi
dei biglietti, ma solo l’obbligo di una gara d’appalto per le Regioni per i
percorsi dei pendolari.
Così per la distribuzione
del carburante. Il Governo ha deciso di incidere su quel 6-7% rappresentato dal
margine di compagnie assicurative e benzinai, dimenticandosi che il prezzo alla
pompa della benzina è fato al 60% da accise e tasse il cui beneficiario è
guarda a caso lo Stato.
Per quanto riguarda i
professionisti occorre fare una riflessione. L’eliminazione delle tariffe
(minime e massime) è un operazione che danneggerà principalmente i cittadini
che si rivolgono al professionista.
Un esempio molto semplice
legato alla professione di avvocato che svolgo.
Premessi gli alti costi per
il mantenimento della struttura e di aggiornamento costante (visto che
trattiamo diritti costituzionalmente garantiti e fondamentali per l’uomo),
l’eliminazione dei minimi tariffari avvantaggia principalmente – e guarda caso
– banche, assicurazioni, grandi imprese, che potranno utilizzare il loro potere
contrattuale per ottenere dai professionisti prestazioni a prezzi stracciati, inducendo
il professionista anche a lavorare “in perdita”.
Forza contrattuale che non
ha e non avrà il cittadino che vuole ad esempio separarsi dalla moglie, ed al
quale verranno comunque applicate le tariffe così come venivano applicate
prima.
Si favoriscono operazioni
al ribasso di accaparramento della clientela, a danno di professionisti che,
giova ricordarlo, non possono beneficiare di alcun contributo o sostentamento
da parte dello Stato nel caso in cui l’attività vada male.
Provvedimenti insomma che sulla
carta rafforzano le rendite di posizione e che manifesta ancora una volta
l’atteggiamento di questo Governo: debole con i forti e spietato con i deboli.
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