La settimana scorsa si
registrava la corsa alla paternità del provvedimento di rinvio dell’IMU sulla
prima casa, una corsa strumentale e sterile che cerca di buttare fumo negli
occhi agli italiani.
Il CdM, infatti, si
limitava semplicemente a “spostare” la scadenza di pagamento al 1 di agosto,
senza risolvere peraltro il problema legato a questa patrimoniale iniqua, e con
l’impegno di effettuare una riforma relativa alla tassazione degli immobili
entro 2 mesi.
L’effetto è che le
famiglie vivono nell’ansia relativa alle scadenze fiscali, le ingenti risorse
destiate al pagamento dell’IMU vengono comunque accantonate e non spese, nel
timore che dal Governo arrivino “brutti scherzi”.
Per gli operatori
economici legati al mercato immobiliare le cose non vanno di certo meglio.
Infatti i possibili
investitori, oggi, si guardano bene dall’effettuare operazioni di acquisto di
immobili, stante l’incertezza sulla tassazione, e quindi sulla remunerazione,
di detti investimenti.
In questo quadro generale
desolante vediamo come la politica allestisca il suo teatrino seguendo
esclusivamente logiche di consenso, dimenticando quali sono i reali bisogni del
Paese.
La paternità di questo
rinvio non è certo un dato significativo, anche perché non rappresenta la
soluzione del problema, ma l’ennesimo “polverone” fatto per anestetizzare
l’opinione pubblica e per fidelizzare gli elettori.
D’altro canto l’emergenza
economica nel nostro Paese continua a rimanere a livelli stabili di allarme
rosso.
Ogni giorno ci sono
persone che si tolgono la vita a causa delle difficoltà economiche, e di questo
profondo disagio sociale nessuno ne parla, e purtroppo nessuno fa nulla.
Sul fronte fiscale le
notizie sono a dir poco allarmanti!!
L’aumento dell’Iva di un
punto percentuale a decorrere dal 1 luglio contribuirà alla restrizione dei
consumi a danno degli esercenti, la scadenza IMU di giugno al netto
dell'esclusione della prima casa e quella TARES a dicembre, potrebbero costituire
una ulteriore e massacrante batosta per la nostra economia.
I
redditi fissi (dipendenti e pensionati) ormai hanno visto dilapidarsi la
propria capacità di acquisto, mentre autonomi, artigiani e imprese sono
strozzate da una pressione fiscale insostenibile e dall’insolvenza dilagante.
Questi
sono i temi di cui dovrebbe occuparsi la politica ed i mass media, invece che
inutili sceneggiate del teatrino della politica e di processi animati
dall’astio personale ed inconferenti per la vita pubblica.
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