lunedì 24 settembre 2012

ASSESTAMENTO DI BILANCIO: IL CONSIGLIO COMUNALE DI REGGIO “PORTO FRANCO” PER LA CRISI, VIETATO CITARLA


Oggi pomeriggio si affronterà in Consiglio Comunale a Reggio Emilia l’assestamento di bilancio del Comune stesso.

Una delibera dovuta, che anche in questo tempo di crisi, viene trattata alla stregua di una delibera ordinaria.

Inutile continuare a nasconderlo, siamo in un periodo di crisi “straordinario”, e la discussione su crisi “straordinaria e gravissima” è giusto approdi in modo “straordinario” in Consiglio Comunale.

I temi caldi non mancano, ad esempio la perdita di esercizio di FCR, che porta con se le incognite relative al mantenimento non solo degli asset aziendali, ma anche quelle ben più gravi sulla tenuta del welfare locale a Reggio Emilia.

Oppure i dividendi di IREN, che si assestano a meno di 1/3 rispetto a quelli previsti inizialmente.
Considerato il crollo del valore delle azioni di IREN oltre che i bassi dividendi che produce, ha ancora senso tenere in portafoglio l’attuale pacchetto di azioni, oppure non conviene venderlo sul mercato (e non operazioni “fuffa” come la sventata cessione a FCR) e con il ricavato andare a coprire i debiti del Comune??

Oppure i proventi delle concessioni edilizie, dei quali i costruttori chiedono in modo sempre maggiore (€ 1.600.000 a discapito delle previsioni di bilancio di appena € 600.000,00)
Anche nel campo edilizio occorre fare delle riflessioni “straordinarie” che vadano al di la della gestione dell’ordinario e della normale pianificazione urbanistica.

L’idea che questa maggioranza e questa giunta dormano nelle loro calde stanze dei palazzi d’inverno, mentre fuori e nelle strade la gente soffre e sta pagando gli effetti devastanti della crisi.

Una politica seria starebbe a fianco dei cittadini al fine di risolvere se possibile i problemi, invece che pensare solo ed esclusivamente al suo teatrino.

domenica 23 settembre 2012

IL DEBITO E LE BANCHE

La bufala del debito pubblico è una semplice equazione matematica ove due fattori di segno opposto, per indicare un debito verso un credito, si eliminano tipo |-10|=|+10| ed il cui risultato è 0. Quindi, se si emettesse un credito pari al debito, dandolo ai cittadini che lo potrebbero rigirare allo Stato per ripagare il debito il problema contabile si risolverebbe in 2 minuti senza creare inflazione, ma gli economisti nostrani fanno finta di non arrivarci. 

Questo flusso causato dall’emissione o creazione di denaro è dopotutto la famosa “dinamo” monetaria di cui parlava il Prof. Giacinto Auriti, cofondatore della facoltà di giurisprudenza di Teramo. 
E’ importante innanzitutto divulgare il fatto che le banche centrali sono società private e che nessuna nazione o quasi oggi è sovrana del proprio denaro e ciò significa che quasi tutti i popoli prendono in prestito il denaro che gli serve per concludere tutte le trattative e gli scambi necessari quotidiani al fine di condurre un’esistenza prospera e gioiosa. Le banche purtroppo trattengono sia il credito che il debito ogni volta che creano o emettono moneta e badate bene, il conio gioca un ruolo quantomeno irrisorio in quanto ad esso è riservata solo l’emissione di monetine metalliche, ma su questo dettaglio sorvolerò per non appesantire troppo la nostra discussione.  Ad ogni modo, questo meccanismo fu definito sempre da Giacinto Auriti che lo denunciava come usura al 200% da parte delle banche all’atto dell’emissione, ossia l’usura “legalizzata”. 

Dopotutto quello che sto cercando di spiegare è lo stesso concetto del “Eppur si muove” di Galileo. Infatti dalla creazione di moneta, come espresso in quell’equazione all’inizio della nostra discussione, si ha un debito ed un credito che si dovrebbero annullare a vicenda, ma che in realtà non si annullano perché essi creano dal nulla solo un flusso che è corrente, monetario in questo caso. Il problema della moneta debito però, ossia non di proprietà del popolo ma dei banchieri che se ne appropriano all’atto dell’emissione, è infatti che quando questa viene emessa si crea solo e soltanto debito, poiché anche il lato dell’equazione che dovrebbe essere credito è in realtà debito in quanto di proprietà dello stesso soggetto. 

Dire di voler eliminare il debito quindi, ma non solo come buona intenzione, bensì come operazione matematica vera e propria è esattamente la cosa più semplice da fare, bilanciando l’equazione. Questa cosa comunque non è stata fatta neppure dall’Argentina poiché nonostante la gravità dell’indebitamento la popolazione non ha mai chiesto la sovranità popolare come soluzione ai loro problemi, a prova ovviamente dello scarso livello culturale medio dei sui cittadini. Con questo non voglio fare paragoni, ma è altrettanto importante sottolineare come in Italia invece già lo stesso Giacinto Auriti, nella sua proposta per la proprietà popolare della moneta, aveva inserito la moratoria dei debiti come periodo di transizione da moneta debito a moneta di proprietà popolare e quindi emessa senza indebitare i cittadini che ne sarebbero in tal caso addirittura i titolari.

Infatti, se il problema è il debito, ciò è dovuto al fatto che la moneta, tutta la moneta, viene emessa o creata come debito e quindi le cose non potrebbero essere altrimenti, indipendentemente poi dai bilanci della Pubblica Amministrazione che sono un’altra cosa e che nulla hanno a che fare con il sistema della moneta-debito in quanto lo Stato ha rinunciato alla sovranità monetaria con la legge 204 del 1910 che dà alla Banca d’Italia il potere di emettere moneta appropriandosene anziché accreditarla ai cittadini e tale prerogativa è stata oggi trasferita alla Banca Centrale Europea

L’appropriazione della proprietà della moneta da parte delle banche all’atto dell’emissione è però a prescindere illegittima e conseguentemente la soluzione è altrettanto semplice, tanto quanto il furto che viene commesso all’origine dal banchiere stesso. Per annullare il debito basterebbe infatti creare i soldi necessari ai debitori per ripagare i creditori ed in tal modo si estinguerebbe il debito senza creare alcuna inflazione in quanto i consumatori neppure si accorgerebbero di questa cosa. 

Ora, tanto vale semplificare la cosa e questi soldi i debitori sarebbe meglio che neppure li vedessero e quindi basterebbe semplicemente cancellare solo i debiti, ossia attuare la moratoria, senza andare a dire al debitore che si è creata la somma di denaro necessaria a saldare i debiti e che essa è stata creata solo con quella funzione specifica e non per altri fini e che quindi come essa è stata creata, così se ne dovrà riandare per saldare quel debito.

Ovviamente, pur azzerando il sistema, dopo un solo giorno saremmo sempre punto e a capo, ameno ché non si togliesse la proprietà della moneta alle banche una volta per tutte. 

Col sistema attuale della moneta-debito non esistono infatti creditori onesti, soprattutto per via del meccanismo della riserva frazionaria che funge da moltiplicatore monetario il quale rende possibile immettere nel sistema più moneta di quanta realmente corrisposta in termini di patrimonio equiparabile da parte delle banche stesse. 

Le banche quindi creano prima il problema, poi chiedono aiuto, già sapendo che sarà matematicamente impossibile risolvere il problema, ameno ché non si ricorresse ad una moratoria dei debiti che però è politicamente un’eventualità molto improbabile in quanto sinora non è mai stata fatta preferendo ad essa sempre e costantemente la guerra come strumento per azzerare i conti. 

Quanto ho appena descritto è noto agli studiosi come la “Grande usura” ed è poi anche il meccanismo più segreto e nascosto dalla Massoneria attraverso il quale finanzia appunto le proprie agende politiche e conseguentemente sabotando in maniera costantemente e continua il libero mercato. 

Detto questo, a qualche San Tommaso l’idea della moratoria potrebbe sembrare troppo semplice per essere vera e quindi la potrebbe credere anche pericolosa come nel caso dei piccoli risparmiatori. Eppure neanche quello sarebbe sarebbe un problema per coloro che si definiscono “risparmiatori” e che quindi hanno fatto fatiche e stenti per spendere meno di quanto guadagnassero al fine di concedere tale differenza proprio ad un istituto di credito che per conto loro lo investisse. Ora, in questo caso il risparmiatore non è debitore nei confronti della banca, ma creditore e quindi i suoi crediti o risparmi non glieli tocca nessuno.

La patata bollente dunque torna nuovamente solo e soltanto agli istituti di credito, ossia le banche. Ora, visto che tutto il volume monetario emesso a priori nel sistema è debito, perché di tali somme si appropria colui che crea il denaro, ecco allora che togliendo la proprietà monetaria agli istituti di credito non intaccherebbe assolutamente i rapporti dare e avere degli operatori o degli individui che in un sistema utilizzano quella particolare moneta come valore di scambio. Come posso rendere il concetto ancor più semplice? I soldi che una persona ha risparmiato ovviamente non li sto neppure mettendo a rischio o in discussione. Le banche attualmente ci stanno dicendo che siccome hanno emesso già troppo credito che nessuno sta ripagando, ma omettono però il dettaglio più importante, ossia che è matematicamente impossibile ripagare un debito la cui somma non è stata mai realmente emessa, elargita o distribuita al sistema economico

Mi spiego meglio, le banche hanno sì emesso il credito creando il primo 100% di valore monetario e trascrivendolo sui propri registri contabili come profitto. Poi, hanno dato o elargito ai contraenti il proprio prestito, ossia un debito pari al credito emesso, quindi un ulteriore 100% di valore monetario creato nel sistema. E qui voglio rivelarvi il trucco contabile e la frode della moneta-debito che è quindi “pizzo” a tutti gli effetti! 
Siccome le banche non hanno redistribuito al sistema la differenza tra il credito emesso e i costi per la produzione di tale credito, come ad esempio la carta per stampare o l’inchiostro, solo per semplificare le cose ovviamente. 
Comunque, non avendo la banca reimmesso quella differenza nel mercato che il Prof. Giacinto Auriti definì come diritto al “reddito di cittadinanza”, ecco allora che il mercato non dispone di quella liquidità necessaria che possa transitare da mano in mano, da soggetto a soggetto sino poi a poter ritornare alla stessa banca che l’ha emessa per ricominciare un nuovo ciclo. 
Sono stato chiaro? I profitti della banca, gli utili, il credito che essa ha emesso o chiamatelo come preferite, è il lucro e la grande truffa del signoraggio e dell’usura bancaria a danno di tutti i cittadini. In pratica, come conseguenza delle mie affermazioni, nessuna banca dovrà chiudere i battenti, ameno ché ovviamente essa non abbia alcuna giustificazione ad esistere in termini di competitività nel mercato.

Non sto toccando o attaccando minimamente le banche come istituzioni anzi, ne sto solo mettendo a punto il meccanismo di funzionamento per il beneficio non dei pochi “possessori” o azionisti delle banche stesse, ma di tutta la comunità, a cominciare proprio dagli impiegati delle banche di cui essi non sono gli azionisti, ma semplici schiavi o servi, come tutti gli altri cittadini, benché poi essi possano esserne più o meno consapevoli. 

Il debito non esiste! Paradossalmente però la cosa è così semplice che per questo la si trova tanto difficile poterla credere. Il debito è quindi solo e soltanto un’arma geopolitica per il controllo ed il dominio dei popoli e nulla più. 

Su questo punto insisto con tutto il mio vigore intellettuale, perché in realtà il debito non esiste! Esiste solo un flusso monetario che oggi è malsano poiché il soggetto emittente si appropria anche del valore messo in circolazione. 

Questa è la vera magia dell’economia, sta nell’equazione con cui essa funziona ed è un fatto prettamente matematico non opinionabile. 
Il denaro ha infatti valore perché c’è un bisogno da soddisfare. Ora, ammesso che uno abbia denaro ma non il bene desiderato, allora è ovvio che se  non lo si cedesse come merce di scambio per il bene desiderato, allora si creerebbe sì una depressione, come quella che stiamo vivendo, ma d’altro canto essa non potrà durare in eterno perché il banchiere ha il brutto vizio di non voler lavorare e quindi anche quando avrà comprato tutto, poi chi glielo lavorerà? Il debito quindi non esiste perché a monte del sistema economico il credito con cui questo debito stesso viene generato è fittizio, solo contabile, senza alcun riscontro in oro, né argento o qualsiasi altro bene solido, ma questo è un bene, come dice l’autore americano Bill Still, “Non conta il controvalore del denaro, ma solo chi ne controlla la quantità”. 

Quindi, fittizio il credito, fittizio pure il debito. Però funziona! Per apportare tutto questo ragionamento alla realtà concreta e quotidiana del paese posso solo aggiungere che quello che i banchieri internazionali stanno facendo oggi a Grecia, Spagna, Portogallo ed Irlanda è la stessa cosa che hanno già fatto con l’Argentina e noi italiani saremo i prossimi. L’Argentina, è stata disgustosamente violentata dai banchieri in quanto ciò che ha distrutto il mercato argentino e soprattutto logorato migliaia e miglia di famiglie non è stata la cancellazione dei debiti poiché in Argentina la moratoria non c’è mai stata. Il problema argentino è stato infatti la mancanza di liquidità o denaro nel sistema. Le banche infatti non hanno mai redistribuito al popolo il credito che esse concedevano creando solo debito nel sistema. Esse non hanno mai dato il reddito di cittadinanza per intenderci. Poi, quando questo debito ha raggiunto livelli esplosivi, le banche lo hanno usato come pretesto per drenare il mercato e non concedere altri crediti. Il debito quindi è stata la truffa con cui si è volutamente e programmatamente ammazzata l’economia argentina. L’Argentina quindi ha detto che non avrebbe più ripagato i debiti, ma in tal caso comunque le banche hanno approfittato della scarsa comprensione del meccanismo da parte degli argentini in quanto esse con la scusa che gli argentini non avrebbero ripagato i loro debiti li hanno salassati! 

In conclusione, la ricetta per uscire da questa crisi ed evitare inutili depressioni ed ulteriori conflitti è attuare la moratoria dei debiti, un’amnistia generale e il rimpatrio immediato di tutti i clandestini, tutto in un colpo solo.

martedì 18 settembre 2012

GAZZETTA DI REGGIO


ODG D'URGENZA SULLA SICUREZZA AMMESSO AL CONSIGLIO COMUNALE


PREMESSO CHE
I mesi estivi sono stati caratterizzati da un’elevato numero di reati apparsi sugli organi di stampa a livello locale. Episodi criminosi che hanno in comune il fatto che sono “contro il patrimonio”.
Sicuramente siamo in presenza di un’ondata anomala di criminalità, accentuatasi dall’imperante crisi economica che da anni attanaglia il mondo occidentale
OSSERVATO CHE
Questi reati sono catalogati quale “micro criminalità” ovvero “criminalità diffusa”, e destano un grave allarme sociale, oltre a minare inesorabilmente quella percezione di sicurezza che dovrebbe essere propria di tutti i residenti nel Comune di Reggio Emilia
CONSIDERATO CHE
Le statistiche periodicamente pubblicate dal Ministero degli Interni non tengono conto del cd. numero oscuro, ovvero della somma dei reati che non vengono formalmente denunciati alle Forze dell’Ordine
RILEVATO CHE
Anche il Sindaco di Reggio Emilia Graziano Delrio è tra le vittime di questa ondata anomala di reati contro il patrimonio
RITENUTO CHE
Occorre analizzare il problema, ed intervenire celermente con strumenti straordinari per contrastare il prolificare di reati contro il patrimonio
Con il presente Ordine del Giorno ex art. 20 del Regolamento del Consiglio Comunale i sottoscritti consiglieri
IMPEGNANO
Il Consiglio Comunale affinché:
-       esprima piena ed incondizionata solidarietà a tutti i cittadini di Reggio Emilia vittime di questi reati, nonché al Sindaco Graziano Delrio
-       attribuisca alla Commissione Consigliare IV l’incarico di studiare ed analizzare questi fenomeni, al fine di giungere alla formazione di proposte di strumenti volti alla prevenzione ed alla repressione di questi reati 

martedì 11 settembre 2012

FURTO IN CASA DI DELRIO: SINDACO, L’INSICUREZZA ED IL DEGRADO DELLA CITTA’ SONO ANCORA TUTTE BALLE???


Premessa la doverosa solidarietà al sindaco Delrio per il furto subito nella sua abitazione, la domanda che vorrei fargli è se conferma o meno la sua posizione in merito al problema della sicurezza a Reggio Emilia.

Il 21 agosto il Sindaco si “lodava” per le statistiche sulla criminalità, mentre oggi si “imbroda” facendo i conti di una realtà che non guarda in faccia a nessuno.

Non dobbiamo dimenticare che le statistiche del Ministero non tengono conto del cd. “numero oscuro”, ovvero di quei reati che non vengono nemmeno denunciati, a causa della mancanza di una copertura assicurativa o di un obbligo di denuncia, condito da una forte sfiducia nelle istituzioni.

Le zone di Canali, la Baragalla, Buco del Signore ed altre di Reggio, in questa torrida estate sono state prese di mira dai topi di appartamento. Così come in forte aumento i furti all’interno di automobili.

Purtroppo gran parte di questi reati rimangono nell’ombra.
I reggiani sfiduciati denunciano i fatti solo quando è strettamente necessario, altrimenti per loro è solo tempo perso.

Vorrei chiedere come si sentirebbe il nostro Sindaco se, all’indomani dell’odioso furto che ha subito, qualche rappresentante delle Istituzioni liquidasse il tutto con un “sono tutte balle”.
Credo un senso di abbandono insopportabile e non degno di un paese civile.

Noi della Lega Nord conosciamo benissimo quali sono gli strumenti e le misure che un Sindaco può e deve mettere in campo per risolvere il problema della sicurezza e del degrado della nostra Città.

Iniziamo con un segnale forte, ovvero dalla calendarizzazione in tempi rapidi della bozza sul “regolamento di polizia locale” licenziato dalla Circoscrizione Città Storica, affrontando il tema in modo laico, mettendo da parte le contrapposizioni ideologiche che ci separano.

Questi anni di amministrazione Delrio hanno dimostrato che il Sindaco ha poche idee e ben confuse in tema di sicurezza e lotta al degrado.

Speriamo che questa estate torrida dal punto di vista dell’escalation della criminalità, faccia cambiare l’approccio al tema di questa maggioranza, e che si passi da un approccio sostanzialmente “psicologico”, ad un approccio basato sul presidio del territorio, alla prevenzione e, come estrema ratio, alla repressione.