lunedì 29 aprile 2013

GLI SPARI DI ROMA DEVONO DETTARE L'AGENDA DELL'ESECUTIVO

Innanzitutto voglio manifestare la mia vicinanza alle vittime della sparatoria di Roma ed all'Arma dei Carabinieri, ma occorre riflettere sulle cause di questo folle gesto.

Credo che sia opportuno parlare di "attentato", perchè questo era il piano che il Preiti ha cercato di portare a termine.

Gli spari di Roma devono dettare l'agenda dell'esecutivo, per fare in modo che un fatto esecrabile e per fortuna sino ad ora isolato, mettano in moto una serie di gesti simili.

Preiti è l'esempio di come, un popolo affamato, diventa incontrollabile e pericoloso.
Fino ad oggi abbiamo assistito, purtroppo, a più di un suicidio al giorno per debiti. Di questo la responsabilità è di quella classe politica che ci ha fatto entrare nell'Euro a condizioni insopportabili per la nostra economia e che, per mantenerci nell'Euro, ha fatto manovre pesantissime per le nostre famiglie e le nostre imprese.

Dapprima le persone si suicidano, e poi puntano l'arma contro chi (persone o istituzioni), vengono a torto o a ragione individuate come responsabili.

Le politiche di Austerity rappresentano spesse volte la causa di chiusure di imprese, di perdita di posto di lavoro, del fatto che le famiglie non riescano più ad andare avanti.
Il fatto è che l'Europa sarà anche un bellissimo progetto, ma che a queste condizioni l'Italia non si può permettere.

Questo deve essere il primo punto che il Governo Letta deve mettere nella propria agenda.

Occorre dare una risposta urgente ed efficace a questa crisi che ci morde le caviglie, occorre tornare a dare una speranza ed un futuro alle famiglie ed imprese, occorre garantire l'oggi a milioni di persone che hanno problemi a mettere insieme il pranzo con la cena.

Il folle gesto di Preiti ha portato alla luce della cronaca un problema gravissimo del nostro sistema Paese.
Oltre alle dovute condanne di questo gesto, in capo al Governo l'obbligo morale e politico di rimediare a questa situazione drammatica del Paese.

sabato 27 aprile 2013

RISPOSTA AL CONSIGLIERE CAPELLI

Respingo al mittente le accuse di "furbetto della timbrata" mosse dal cons. Capelli, soprattutto perché vengono fatte da una persona che viaggia mezza Europa a spese del Comune e, oltre al gettone di presenza, la sua partecipazione prevede il rimborso all'azienda di famiglia delle ore trascorse in impegni istituzionali.

Durante la commissione incriminata sono dovuto uscire dall'aula per rispondere ad una telefonata, fatto normale considerato che la commissione si svolgeva alle 17 di un giorno lavorativo.

Inoltre, come il cons. Capelli ben conosce (ma omette di dire), per la corresponsione del gettone è sufficiente la sola firma di ingresso.
Ricordo come il cons. Capelli e la sua maggioranza respinsero la mia proposta, fatta alla commissione dei presidenti, di stabilire un "tempo minimo" per l'attribuzione del gettone di presenza.

Al termine della telefonata sono rientrato in aula per seguire la fine della commissione, non vedo pertanto dove sia la pietra dello scandalo.
Al contrario, invece che presiedere la commissione, Capelli preferiva giocare sul Facebook, e questo dimostra la serietà con cui svolge il ruolo di Presidente.

Capelli vuole essere più grillino dei grillini, ed in questo perde contatto con la realtà delle cose. Un'accusa infondata che genera un dibattito su un non fatto, questo la dice lunga sull'incapacità del PD e di Capelli di fare politica, e sull'inadeguatezza di quest'ultimo a ricoprire il ruolo affidatogli.

IL RESTO DEL CARLINO - REGGIO




E' facile inventarsi una notizia e prendersi le prime pagine dei giornali. Il Presidente Capelli, che mentre presiede la Commissione gioca sul Fb, approfitta del mio allontanamento per una telefonata per inventare una questione inesistente.
Sono uscito dalla Commissione per il tempo necessario per una telefonata, non certo per rimanere in commissione 20 minuti (pratica molto diffusa tra i consiglieri PD).
La doppia firma non è un fatto dirimente, solo la presenza di 1 minuto da diritto al gettone di presenza. Alla Conferenza dei Presidenti chiesi di cambiare questo sistema introducendo un tempo minimo di presenza in commissione, proprio dalla maggioranza di Capelli arrivò il niet. 
Un po' di pudore Presidente Capelli

PRIMA PAGINA REGGIO EMILIA



E' facile inventarsi una notizia e prendersi le prime pagine dei giornali. Il Presidente Capelli, che mentre presiede la Commissione gioca sul Fb, approfitta del mio allontanamento per una telefonata per inventare una questione inesistente.
Sono uscito dalla Commissione per il tempo necessario per una telefonata, non certo per rimanere in commissione 20 minuti (pratica molto diffusa tra i consiglieri PD).
La doppia firma non è un fatto dirimente, solo la presenza di 1 minuto da diritto al gettone di presenza. Alla Conferenza dei Presidenti chiesi di cambiare questo sistema introducendo un tempo minimo di presenza in commissione, proprio dalla maggioranza di Capelli arrivò il niet. 
Un po' di pudore Presidente Capelli

mercoledì 24 aprile 2013

FONTANA DEL MUNICIPALE: IL PD NON VUOLE VIETARE USO IMPROPRIO DELLA FONTANA


Nel Consiglio Comunale di lunedì, la maggioranza ha bocciato la mozione presentata dal consigliere avv. Claudio Bassi con la quale chiedeva di adottare le misure necessarie per impedire l’uso improprio della fontana prospicente al teatro municipale.

Una mozione sacrosanta, a tutela del decoro di una piazza recentemente rifatta con una spesa considerevole da parte del Comune.

Purtroppo negli anni scorsi sono stati numerosi gli utilizzi impropri di detta fontana, utilizzata come “piscina improvvisata”, con persone che addirittura predisponevano sulle panchine adiacenti (oggi rimosse) i teli da bagno.

Così sono numerosi i casi di persone che attraversano la fontana con le proprie bicilette e, in alcuni casi i motorini.

Un uso improprio che oltre a ledere il decoro della piazza, rappresenta anche un serio pericolo per il danneggiamento di detta fontana, che spesso e volentieri è soggetta a manutenzione.

Inoltre l’acqua utilizzata non è assolutamente trattata, potrebbe essere sporca e contenere sostanze che rappresentano un pericolo per la salute dei bambini che si bagnano.

In altre città europee, ad esempio Liverpool, quello che avviene quotidianamente nella fontana di Reggio è assulutamente vietato.

Un voto, quello di lunedì, che dimostra la disattenzione del PD verso il decoro e le istanze della Città.

PRIMA PAGINA - REGGIO EMILIA



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martedì 23 aprile 2013

LARGO ALPINI: DAL COMUNE UN “PANNICELLO CALDO” CHE NON RISOLVE IL PROBLEMA


La mozione su Largo Alpini è stata bocciata da un PD irresponsabile, che di fronte ad un problema reale di una parte della Città preferisce foderarsi gli occhi di prosciutto (o di mortadella considerate le recenti vicissitudini nazionali).

I consiglieri D’Andrea (primo firmatario della mozione) e De Lucia sono stati gli unici, nella maggioranza, a schierarsi a fianco dei cittadini.
Tutti gli altri hanno fatto finta che il problema non esista ed hanno presentato e votato un odg inutile con il quale, sostanzialmente, si incensano i risultati ottenuti dalla Giunta.

La mozione non aveva come obiettivo quella di prendersela con persone che hanno già i loro problemi (un esponente della maggioranza li ha definiti “animali urbani”), ma contro quell’esercizio commerciale che, in barba alle leggi vigenti, somministrava e somministra alcolici a basso prezzo a persone in evidente stato di ubriachezza.

Come al solito per il PD la legge è ugiale per tutti, ma per alcuni è più uguale, pertanto si sceglie di non adottare provvedimenti dovuti per combattere il degrado e garantire l’ordine pubblico.

La bocciatura della mozione presentata rappresenta una pagina orribile di questo Consiglio Comunale, ed i consiglieri che hanno votato “no” hanno sulle spalle la responsabilità politica di quanto accade quotidianamente in Largo Alpini.

INTERVENTO CONTRO ORDINE DEL GIORNO SUL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NAPOLITANO


domenica 21 aprile 2013

FARE IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA E' UN SACRIFICIO PERSONALE?? UN INSULTO PER IL PAESE

L'accostamento del rinnovo dell'incarico ad un "sacrificio personale" lo trovo un gesto intriso di falsa retorica e sprezzante dello "stato"del Paese.

Ormai in Italia non siamo più in una democrazia, ma in una gerontocrazia autoreferenziale che, utilizzando il teatrino dei palazzi romani, se la canta e se la suona da sola.

A quasi due mesi dall'esito del voto il Paese è [quasi] irrimediabilmente con le pezze al culo.

Sono emersi tutti i limiti di una Costituzione approvata subito dopo la guerra, e che oggi non è in grado di dare al Paese le risposte che cerca.

Abbiamo una figura totalmente inutile, il Presidente della Repubblica. 
Viste le sue attribuzioni potremmo dare l'incarico alla prima attricetta avvenente, in modo che possa adempiere a tutte le esigenze di rappresentanza in modo esteticamente migliore del Presidente attuale (che se ci andrà, come andrà, male durerà fino a 92 anni).

Nonostante l'espressione del voto popolare siamo nell'impossibilità di formare un Governo.
Forse sarebbe meglio un sistema attraverso il quale chi ha preso 1 voto in più alle elezioni possa governare per 5 anni (chiaramente con espressione del candidato premier).

Ci vorrebbe una nuova architettura costituzionale in modo da evitare che ad un popolo con le pezze al culo, si debba somministrare l'umiliazione data da un ricco anziano che non ha lavorato un giorno della sua vita, che etichetta l'importante incarico appena ricevuto come un "sacrificio personale".

Detto in dialetto reggiano, e nel più ampio senso politico della mia critica, mi verrebbe da dire: Giorgio, l'è mèi c'at vergoign

sabato 20 aprile 2013

IL PD E LA SINDROME DI SCHETTINO

Si è appena conclusa l'elezione del Presidente della Repubblica, che si sostanzia nella riconferma di Giorgio Napolitano al Quirinale per un altro settennato (a memoria il primo caso di rielezione dal dopoguerra).

Questa settimana si è visto tutto ed il contrario di tutto, si è confermata l'inconcludenza del M5S, è
emerso clamorosamente l'impalpabilità del PDL (tranne ovviamente Berlusconi che si conferma quale miglior uomo politico italiano), ed infine si conclama la schizofrenia del PD capitanata dallo Schettino - Bersani.

La rielezione di Napolitano?? Una sciagura. E' stato l'uomo che ha regalato al Paese la dittatura tecnocratica di Monti invece che il ritorno alle urne.
E' l'uomo che non è riuscito ad intercedere per la formazione di un nuovo Governo, perdendo due mesi dal risultato elettorale e con il Paese che giorno dopo giorno muore d'Europa.

Il punto politico che è emerso ieri sera con le dimissioni di Napolitano è che il PD ha perso ogni credibilità di poter governare il nostro Paese.

Conosceremo nei prossimi giorni quali sono gli accordi fatti per la riconferma del mandato a Napolitano. Auspico che ci sia l'intenzione di andare di corsa verso una nuova consultazione elettorale, visto il clima di stallo di questo Parlamento.

Un piccolo passo indietro.
Al momento delle dimissioni di Berlusconi da Presidente del Consiglio, questo non ha assolutamente "mollato" la guida del PDL, ma ha continuato a lavorare per il partito.

Bersani invece no!! Sono due mesi che non ne azzecca una, si fa prendere per il culo da chiunque (da Grillo ai pulisci cessi della Camera).
Vuole giocare il ruolo della "prima donna", vuole l'incarico di formare un Governo, vuole imporre la scelta del Presidente della Repubblica ma, come molte donne, è fragile di nervi.
Non riesce più a gestire i suoi parlamentari ed allora cosa fa?? Con un'uterina posizione annuncia le proprie dimissioni dai ruoli esecutivi del PD.

Chiedere fiducia agli italiani tramite il voto, vuol dire assicurare loro che si hanno le forze per portare avanti quei progetti promessi in campagna elettorale.
Ed invece no, Capitan Bersani (in Schettino) annuncia che lascia, che ci molla.

Forse domani smentirà e farà un passo indietro, non lo so, ma sicuramente un uomo ed un partito così non meritano la fiducia a governare il Paese, soprattutto in un momento di forte crisi economica come questo.

martedì 16 aprile 2013

MORIRE D'EUROPA


Moriremo d’Europa, c’è qualche dubbio???

Non solo qualche stupido giornale tedesco (Diel Spiegel) che ci invita a smettere di piangere in quanto, a suo dire, siamo più ricchi dei tedeschi (bella cazzata), ma anche l’Europa istituzionale sta continuando, giorno dopo giorno, a toglierci sovranità nazionale e ricchezza.


La cinematografia italiana vedeva un film cult dal nome “pacco, contropacco e contropaccotto”.

Le istituzioni europee, prive di qualsivoglia fantasia, si inventano il “TWO PACK” (ribattezzato il “pacco doppio”), che mira ad introdurre nuove misure sul controllo e sulla sorveglianza dei bilanci nazionali.
In buona sostanza si tratta di un pacchetto normativo composto da due regolamenti volti a rafforzare il coordinamento delle politiche fiscali dei paesi dell’Eurozona.

Il primo recepisce misure speciali per il monitoraggio e la valutazione delle politiche economiche degli Stati alle prese con deficit eccessivi.
Mentre il secondo tende a fissare i criteri d’intervento verso quegli Stati in difficoltà finanziaria.

In particolare, queste nuove misure, successivamente approvate dal Parlamento Europeo nei giorni scorsi, obbligheranno i singoli governi nazionali a presentare alla Commissione Europea, entro il 15 ottobre di ciascun anno e prima dell’approvazione da parte dei singoli parlamenti nazionali, le rispettive manovre di finanza pubblica al fine di consentire di verificare il rispetto degli impegni presi con le autorità europee nei primi sei mesi dell’anno (il così detto semestre europeo).

In caso di mancato o carente rispetto degli accordi sottoscritti, la commissione europea potrà chiederne la modifica, seppur in assenza di diritto di veto. Nel caso in cui il paese dovesse disattendere le raccomandazioni, oltre a subire azioni legali, potrà incorrere in procedure per deficit eccessivo e nel caso anche in sanzioni economiche.

Inoltre, sempre la Commissione Europea (organo autoreferenziale privo di qualsiasi investitura democratica) potrà mettere sotto stretta sorveglianza i Paesi "minacciati da difficoltà finanziarie", obbligando governi a colmare e redimere le cause strutturali, sottoponendo il proprio operato a controlli trimestrali stringenti da parte di una taskforce dedicata.

Siamo arrivati alla statuizione del TRIBUNALE DEL POPOLO EUROPEO.


Riassumendo, potremmo agevolmente affermare che il Two Pack costituisce un'ulteriore cessione di pezzi di sovranità nazionale verso strutture non elette ed autoreferenziali, in assenza di qualsiasi criterio solidaristico, di mutualità e senza alcuna contropartita.

Il TWO PACK, insieme al FISCAL COMPACT e al MES approvati appena un anno fa e al trattato di Lisbona, costituiscono (al momento) i principali strumenti di compressione della sovranità dei singoli stati, in nome della realizzazione di procedure di convergenze di politiche fiscali ed economiche dei paesi dell’Eurozona, secondo gli eurocrati, propedeutiche a colmare le divergenze strutturali delle varie economie europee.

In un contesto come quello appena enunciato accade che i governi alle prese con la necessità di finanziare i debiti pubblici e al contempo ridurli entro parametri stabiliti dai trattati, in assenza di crescita economica che appare del tutto irrealizzabile negli obiettivi prefissati, dovranno verosimilmente invocare gli interventi di sostegno del fondo salva stati, cedendo sovranità nazionale ad un gruppo di oligarchi al soldo dei banchieri di mezzo mondo.

Strisce blu, Gandolfi e il PD prendono in giro la città.


Se non ci si guadagna niente con le “strisce blu” perché allora il consorzio Tea (unico partecipante al bando) ha fatto un’offerta al rialzo di ben 400.000 euro?

Infatti la base di gara era di 2.120.000 mentre l’offerta di Tea ha visto un rilancio per 320.000 al Comune ed 80.000 al Santa Maria per un totale nei quattro anni di 2.520.000 euro (1,72 milioni al Comune ed 0,8 all’Ospedale).

La verità dunque è ben diversa da quella raccontata da Gandolfi, basti ricordare inoltre che solo incontravvenzioni il Comune ha raccolto dalle strisce blu oltre un milione di euro!

In realtà questa Giunta politicamente scellerata ha voluto mettere ancora una volta le mani in tasca ad una sola parte dei cittadini, discriminandoli, per mantenere gratis il minibus e pagarsi il servizio scuolabus: una vera truffa quella perpetrata da Gandolfi e dal PD ai danni di una sola parte dei reggiani.

Una truffa politica bella e buona avvenuta senza alcun confronto in merito se pensiamo che sia la prima estensione in zona Gattaglio-Gardenia (contro la quale vennero raccolte 500 firme di cittadini) che la seconda (contro la quale si sono schierati 5.200 cittadini) sono avvenute dopo l’aggiudicazione della gara per la gestione del servizio sosta.
La prima ordinanza infatti porta la data del 15 febbraio 2011, la seconda è stata emessa l’8 ottobre 2012, mentre l’aggiudicazione del bando vinto da Tea avvenne l’8 febbraio 2011!

Da questa nuova tassa l’Assessore Gandolfi si è esentato, abitando alla Baragalla, così come è stato esentato il Sindaco che sta a Canali, ma non solo.
È il caso singolare dell’area compresa tra le vie Rossa, Umberto I° e Lungocrostolo (comprendenti anche le vie Montefiorino, Calamone e Ventasso), che pur trovandosi all’interno della “zona di particolare rilevanza urbanistica”, definizione determinante sotto il profilo tecnico per applicare in deroga le strisce blu senza quelle bianche e pur essendo di fronte all’area ospedaliera, è stata interamente esclusa dall’applicazione dell’ordinanza.

Vogliamo sperare che tale decisione sia stata assunta senza farsi influenzare dal fatto che in quella zona vi abita la Presidente del Consiglio comunale o che non si voleva recare disturbo alla Parrocchia del Buon Pastore, retta dal padre spirituale del clan del Sindaco…

Fatto sta che per Gandolfi le strisce blu sono per molti ma non per tutti e che il PD si conferma il partito delle tasse inique.

GAZZETTA DI REGGIO



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lunedì 15 aprile 2013

PROSTITUZIONE: UN TEMA DI CUI IL CONSIGLIO COMUNALE DEVE PARLARE RAPIDAMENTE.


Sul tema della prostituzione urge una nuova legge nazionale?? Ormai il fatto si da per assodato, ma con l’aria che tira nei palazzi romani credo che sia difficile che il Parlamento utilizzi il proprio tempo per parlare di questa vera e propria piaga sociale.

E dir che ci sarebbe anche un indiscusso beneficio economico legato a questa auspicata legge.
Tramite la regolarizzazione “della professione” lo Stato, con la tassazione dei guadagni delle prostitute, introiterebbe molti denari.
Ci sono studi che ipotizzerebbero addirittura un gettito fiscale che permetterebbe di eliminare l’odiata IMU sulla prima casa.
Austria e Germania, ad esempio, hanno risolto il problema legalizzando eros center e bordelli.

Non meno importante il tema dell’igiene e dell’ordine pubblico.
L’esercizio della prostituzione, che dovrà essere vietata lungo la pubblica via, dovrebbe essere consentita all’interno di “centri”, “quartieri” o “zone”, in modo da poter controllare meglio il fenomeno e non recare problemi di ordine pubblico.

Infine vorrei ricordare e denunciare lo sfruttamento delle donne che si cela dietro la prostituzione “per strada”.
Un fenomeno abietto e grave, che tramite la regolarizzazione della prostituzione può essere debellato.

Fatta una doverosa panoramica del tema, occorre che a Reggio Emilia non si attenda inermi allo sblocco della “palude romana”, ma si cerchino risposte efficaci da dare ai cittadini di Pieve Modolena e di quelle zone dove si esercita la prostituzione per strada.


Il sistema delle ordinanze abbiamo visto non funziona assolutamente, pertanto occorre che l’assessore Corradini cerchi di risolvere il problema affrontandolo da un altro punto di vista.

Se non riusciamo ad eliminarlo, dobbiamo fare il modo di “gestire” il più possibile l’esercizio della prostituzione su strada, e per fare questo occorrono provvedimenti concreti che vadano oltre le contrapposizioni ideologiche

Oggi ho chiesto la riunione della commissione competente per trattare questo delicato tema, auspicando in commissione anche la presenza dell’assessore Corradini.

Mi auguro che venga ascoltato il “grido di dolore dei cittadini” che non vogliono far diventare la pubblica via un grande eros center dove viene esercitato senza controllo la prostituzione.