mercoledì 30 ottobre 2013

Reggionline | Ultime notizie da Reggio Emilia - Iotti: "Via Settembrini, un disastro"

Reggionline | Ultime notizie da Reggio Emilia - Iotti: "Via Settembrini, un disastro"

VIA SETTEMBRINI: FERRARI SMENTITO SU TUTTA LA LINEA, STOP AL "PILOMATTO"


Sulla scelta di chiudere via Settembrini e sulla collocazione del pericoloso “pilomatto”, il Vicesindaco Ferrari aveva manifestato la propria sofferenza nell’anteporre gli interessi di alcune attività economiche a quelle dei cittadini residenti nella zona più a sud di via Settembrini.

Ora che oltre ai residenti anche i titolari di quelle attività economiche che egli voleva tutelare stanno lamentando i danni di quella scelta Ferrari è smentito su tutta la linea.

Il problema di via Settembrini era l’insicurezza derivante dalle alte velocità di percorrenza e dall’assenza della pista ciclopedonale.
Solo in considerazione della presunta assenza di risorse per completare la ciclopedonale hanno prima messo i dossi, poi sperimentato i sensi unici ed infine chiuso la strada.

Il Consiglio comunale aveva chiesto all’unanimità di programmare nel piano delle opere pubbliche il completamento della ciclopedonale: la Giunta non lo ha fatto sostenendo che la priorità era su via Guittone d’Arezzo.
Peccato che in quella via la ciclopedonale è previsto venga realizzata con un intervento privato in attuazione del POC: Ferrari è sempre così distratto?

Se invece il PD intende chiudere tutte le strade dove è c’è un traffico di attraversamento improprio, allora a breve potrebbe toccare a Canali dove la nuova tangenziale non ha assorbito il traffico di via Tassoni.

Ed il punto vero è questo: l’incapacità progettuale del PD.
Perché la tangenziale di Canali non funziona?
Perché il PD ha preferito completare la galleria bocco-canala alla variante tra Rivalta e Puianello.
Perché la promessa tangenziale di Fogliano non si è realizzata?
Non perché sarebbero venute meno le risorse, ma semplicemente perché non esiste un progetto ma solo alcune decine (!) di ipotesi di tracciato.

D’altronde è stato proprio Ferrari a dichiarare che le priorità infrastrutturali della provincia reggiana sono ormai concentrate in città: la verità conclamata dallo stesso Vicesindaco è che in dieci anni il PD a Reggio non ha combinato nulla se non creare disagi e mettere i cittadini in disaccordo tra loro.


mercoledì 23 ottobre 2013

MERCATINI HOBBISTI: LA DOPPIA FACCIA DEL PD REGGIANO, CHE CERCANDO DI CONQUISTARE CONSENSI, DECIDE DI APPROVARE UN ODG URGENTE SENZA I NECESSARI APPROFONDIMENTI

Il tema dei mercatini degli hobbisti è approdato in Consiglio Comunale a Reggio nella seduta che si è tenuta lunedì scorso, grazie ad un ordine del giorno urgente presentato dal PD, che chiedeva sostanziali modifiche della legge regionale n. 4 del 23.05.2013.

Lunedì è emersa nella sua chiarezza la doppia faccia del PD, che a Bologna è di “governo” e regolamenta un settore, mentre a Reggio Emilia è “di lotta” e prende una posizione differente per scopi meramente elettorali.

L’argomento è sensibile e delicato, perché dietro al condivisibile concetto del “riuso” tal quale, nella realtà si agevolano e si consentono delle vere e proprie attività commerciali che vivono nella completa deregulation.

Nei mercatini degli hobbisti, infatti, non ci sono i costi e le autorizzazioni necessarie per chi esercita l’attività di commercio, non vengono emessi scontrini fiscali, così come non vi è una tracciabilità dei beni venduti.

Pertanto possono diventare l’occasione, con qualche scafato e truffaldino stratagemma, per vendere stok di merce “in nero”, oppure peggio ancora possono verificarsi casi di riciclaggio di merce di dubbia provenienza.

Così come occorre effettuare una valutazione di equità nei confronti del sistema commerciale. Penso ad esempio ai numerosissimi piccoli commercianti onesti, che da una parte subiscono la concorrenza dei centri commerciali, e dall’altra la concorrenza (questa sleale) di chi vuole utilizzare i mercatini degli hobbisti non per “svuotare le cantine”, ma per la propria attività commerciale.

Fenomeni di questo tipo si sono verificati molto spesso, e sono stati numerosi i casi di “bancarelle professionali” che vendevano i loro beni, dai mobili all’oggettistica.

Quelli esposti rappresentano alcuni dei dubbi e dei temi che sono balzati alla mente durante la discussione, temi importanti e seri ai quali il PD non ha saputo (o voluto) dare risposta.

Come si può ben immaginare l’argomento avrebbe meritato il dovuto approfondimento, e non poche ore durante la seduta del Consiglio.
Nonostante la mia richiesta di approfondimento in commissione prima di votare l’ordine del giorno, il PD ha preferito forzare la mano ed approvare il documento, con la promessa di una successiva commissione consigliare per approfondire il tema.
Direi l’esatto contrario di un voto consapevole su di un tema molto delicato.


venerdì 18 ottobre 2013

CASETTA CAMPO DI MARTE: IL COMUNE INTERVENGA PER IMPEDIRE CHE L’ACCESSO ALLA CASETTA SIA SUBORDINATO AD UNA TESSERA



 Dall’assemblea relativa alla casetta del Campo di Marte tenutasi ieri, emerge un dato inquietante: la volontà di Bizzarri di consentire l’accesso alla struttura esclusivamente ai tesserati Arci.

Stiamo parlando di una follia pura, considerata la portata pubblica del Campo di Marte e della casetta, alla quale mi auguro che dalla Circoscrizione alla Giunta si oppongano fermamente.

Chiedo alla Presidentessa Pavarini se è d’accordo con questo principio fondamentale, ovvero che a casetta del Campo di Marte debba essere accessibile a tutti.

Molto ci sarebbe da obiettare circa il percorso partecipativo relativo al Campo di Marte, dove ricordo come a “vincere” fosse proprio la sistemazione delle attrezzature sportive, ma poi ad essere realizzate sono state altre opere decise dalla solita oligarghia, ovvero l’ampiamento della casetta.

Sarebbe interessante che Bizzarri comunicasse alla Città, ad esempio, quanto è stato incassato per la vendita del gnocco fritto durante l’estate 2013.
Un dato semplice da riferire, tramite la somma matematica degli scontrini fiscali emessi.

Così come profondamente sbagliata la scelta della Giunta di concedere la gestione della casetta del Campo di Marte senza fare nessuna procedura di interesse pubblico, scengliendo tra gli amici i soggetti che poi hanno visto assegnarsi la gestione della struttura.

Adesso la folle proposta di Bizzarri di consentire l’accesso alla casetta solamente a chi ha in tasca una tessera Arci, diciamo un modo poco elegante di appropriarsi di un bene pubblico.

Per lasciare “pubblica” la casetta del Campo di Marte occorre che in quello spazio venga fatto un regolare “bar” al quale possono accedere tutti, e non un circolo privato.

La situazione al Campo di Marte è quantomai esplosiva, e rischia di sfociare in contrasti che fanno poco onore a quella che viene detta “la città delle persone”.
A meno che non si voglia intendere “le persone” come gli iscritti ad associazioni amiche, in tal caso richiama scuole di penseiro che sono lontante anni luce.

mercoledì 16 ottobre 2013

TARES: LE RISPOSTE ELUSIVE SUI COSTI DI RACCOLTA E SMALTIMENTO DI IREN RAPPRESENTANO UNA PRESA IN GIRO DEI CITTADINI

Nel Consiglio Comunale di lunedì è stato votato il regolamento Tares in un clima a dir poco surreale.

E’ sorprendente la leggerezza e la superficialità con la quale il PD si apprestava a votare l’ennesima stangata contro i reggiani.
A parte i due consiglieri PD dissidenti, gli altri hanno aderito senza farsi troppe domande agli “ordini di partito” senza peraltro porsi alcune questioni fondamentali (che a tutt’oggi non hanno avuto risposta).

Sappiamo che IREN ha concordato in sede di ambito territoriale il corrispettivo di € 3.000.000, a fronte di una richiesta iniziale di € 4.500.000.
A quanto pare “bello sconto” viene da commentare, ma la domanda vera è: “quanto costa ad IREN il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti?”

La risposta a questa banale domanda permette ai cittadini vessati di conoscere qual è il margine che l’azienda trattiene quale ricavo da questa operazione.
Ritengo che il “ricavo” sia un elemento essenziale che deve essere portato alla conoscenza della Città intera.

Questo permette di capire e di fare scelte sul tipo di raccolta che vogliamo organizzare nella nostra Città.
Il porta a porta spinto ha costi eccessivi, che puniscono oltremodo i comportamenti virtuosi dei cittadini che differenziano il rifiuto.
Ritengo opportuno andare verso altri tipi di raccolta, che permettano un risparmio sui costi, ed al contempo mantengano le garanzie sulla raccolta differenziata.
I modelli di Trento e Bolzano, ad esempio, con piccole stazioni ecologiche, può essere una buona soluzione.

Purtroppo il grande business dei rifiuti lo è solo per le aziende, e non si riverbera mai sui cittadini.
In altri Paesi europei (Svezia e Finlandia ad esempio), per la raccolta differenziata di vetro e plastica i cittadini beneficiano di uno “sconto immediato” che possono monetizzare, ad esempio, scontandolo dalla spesa al supermercato.
Sistemi molto semplici che in Italia non si vuole, per una precisa responsabilità della classe politica, introdurre.

Non dimentichiamoci, inoltre, che il cd “rischio di impresa” viene in gran parte assorbito dal Comune.
Infatti sarà onere del Comune corrispondere ad IREN quanto dovuto per il servizio, accollandosi le spese ed i rischi delle eventuali insolvenze dei cittadini.

Fare impresa senza avere il rischio di insolvenza è un bell’aiuto, e non ritengo giusto che un’impresa privata (anche se con quote pubbliche) debba beneficiarne.

L’approvazione del regolamento Tares rappresenta una vera e propria ingiustizia sociale nei confronti dei cittadini, di questo gli amministratori del PD dovranno pagarne le conseguenze politiche.


sabato 12 ottobre 2013

CONFERENZA STAMPA SULLE PARTECIPATE DEL COMUNE DI REGGIO EMILIA


In una normale azienda privata, quando un’amministratore o un manager compiono gravi errori gestionali questi vengono accompagnati alla porta, specie se la rilevanza di tali errori conduce all’espulsione dell’azienda dal mercato causa fallimento.

In politica purtroppo non funziona allo stesso modo e se al centro della discussione vi è la classe dirigente frutto del matrimonio incestuoso che ha portato al PD diventa quasi impossibile, a meno che i contribuenti non prendano coscienza di come vengono spesi i denari raccolti con le loro tasse.

Quanto già avvenuto nei Comuni di Vetto, Castellarano e Correggio lo testimonia.

In una terra come la nostra, così attenta alle sorti della cosa pubblica, è utile occuparsi anche della gestione delle società partecipate dalle Istituzioni pubbliche locali.

Il PD giustifica ogni situazione di difficoltà attuale con la crisi economica, ma a ben vedere in molti casi la crisi nulla c’entra con determinati risultati gestionali o peggio con la dilapidazione del patrimonio pubblico costruito da generazioni di reggiani da Prampolini in poi.

Se analizziamo i dati dei bilanci delle principali società partecipate, risulta lampante come negli ultimi anni le scelte politiche della maggioranza di governo hanno influito negativamente sui risultati delle stesse.

Ciò rappresenta una vera e propria tassa occulta fatta pagare ai contribuenti reggiani.

Se aggiungiamo che molte situazioni erano note nelle “segrete stanze” senza che la città ne fosse informata, specie all’approssimarsi delle scadenze elettorali, si capisce meglio l’ipocrisia dello slogan “città delle persone”.

Nelle ultime due consiliature il Comune di Reggio partecipa a nove nuovi soggetti:
4 Aziende Servizi alla Persona (Osea, Rete, SS Pietro e Matteo, Opus Civium);
4 Fondazioni (Sport, Scuola Polizia, Mondinsieme, Reggio Children);
1 società strumentale (Campus).

Nello stesso periodo si sono avute le seguenti trasformazioni societarie:
fusione di Agac (Re)-Amps (Pr)-Tesa (Pc) in Enìa e successiva fusione tra questa ed Iride (Ge-To) in Iren;
fusione ramo gomma Act (Re)-Atcm (Mo)–Tempi (Pc) in Seta;
fusione Sofiser - Siper in Fiere di Reggio Emilia;
fusione Campus – Fincasa - Mapre in Campus;
fusione ASP Osea - SS Pietro e Matteo.


Le principali fusioni, al contrario di quanto propagandato, non hanno avuto una motivazione esclusivamente ascrivibile alla razionalizzazione del numero delle società partecipate ed al contenimento dei costi generali ovvero al conseguimento di economie di scala che in effetti non si sono conseguite.

IREN
Il matrimonio confezionato dall’ex Sindaco Delrio tra Enìa ed Iride, finalizzato principalmente a soddisfare la propria ambizione di carriera oltre che a soccorrere la disastrata situazione debitoria dei liguro-piemontesi, non ha fatto altro che allontanare l’azienda dal territorio, marginalizzare Reggio e l’Emilia, compromettere il patrimonio conferito da Enìa, ridurre gli investimenti sul territorio. Il disavanzo di 57 milioni patito nel 2011 è solo un pallido riflesso della pesante situazione debitoria della società ammontante a circa 5 miliardi di euro.

Investimenti Area Reggio Emilia

Intanto le famiglie sono sottoposte ad una tariffa base per le utenze domestiche di acqua che è aumentata tra il 2006 ed il 2012 del 30,5% e la quota fissa addirittura del 64,7%.

Il costo del servizio di raccolta rifiuti solidi urbani, per una famiglia di 3 persone in un’abitazione di 100 metri è invece aumentato del 32,6%, mentre sui costi per il teleriscaldamento non sono vengono offerte informazioni in merito.


ACT
L’operazione di fusione con Modena e Piacenza ha trasferito su Seta l’onere strutturale delle perdite gestionali in un settore cronicamente in deficit, rappresentando politicamente una forma di salvataggio molto discussa a Modena per via del monte debitorio conferito da Act.
Vi è da ricordare per altro che Act è stata oggetto di un aumento di capitale approvato nel 2008 che il Comune ha recentemente cominciato ad onorare per un valore di 4,6 milioni di euro oltre ad avere goduto di vantaggi immobiliari dalla delocalizzazione di ben 8.500 metri di volumetrie che da via Talami sono atterrate in aree ben pregiate.
Nel 2012 il disavanzo di Seta si è attestato su 3,5 milioni di euro ed è ritenuto un risultato migliore delle attese, attendendo entro due esercizi il “mitico” pareggio di bilancio.

FIERE
La scelta di non fare i conti con la disastrosa e pazzesca gestione di Sofiser, di trascinare nel baratro Siper in una fusione alla cieca fatta senza piano industriale e senza una reale volontà di sostenere gli investimenti necessari per il rilancio dell’attività fieristica, ha condotto alla procedura concorsuale non senza contare circa 8,5 milioni di disavanzo degli ultimi tre esercizi.
L’ultimo passaggio sulla valutazione del patrimonio ha infine bloccato il reale rischio di svendita dello stesso.

CAMPUS
I geni del PD hanno deciso nel 2011 che il Comune avrebbe dovuto fare l’immobiliarista nel momento peggiore del mercato immobiliare: in un sol colpo hanno fatto comprare ad una società partecipata costituita ad hoc un immobile ad un valore che si è rivelato in un solo anno non in linea con quelli attuali (comportando un disavanzo nel 2012 di 1,4 milioni), hanno aggiudicato un bando senza avere la copertura finanziaria, hanno drenato risorse al Comune per 1,2 milioni per sostenere i maggiori costi e garantire almeno la conclusione del primo stralcio, consegneranno ai posteri il pagamento del resto dell’immobile lasciato a metà cantiere mettendo infine in gioco l’area di Mapre per dare garanzia di continuità alla società.
Se aggiungiamo i circa 400 mila euro di liquidità bruciata in due anni da Fincasa, si comprende meglio a che razza di fusione, ancora una volta senza piano industriale, ma solo con un piano di duplice salvataggio siamo di fronte.

Altre partecipate hanno scontato scelte che hanno determinato importanti perdite di gestione.

FCR
La folle idea di “mungere” all’infinito le Farmacie staticizzando le spese per servizi assistenziali (oltre 12 milioni), ha condotto la società a dovere sostenere, per la prima volta nella sua storia centenaria, delle perdite per ben 3,3 milioni comprimendone la capacità d’investimento.
Se teniamo presente che l’esercizio 2012 si è chiuso in attivo solo grazie ad una entrata straordinaria e che si prevede una progressiva erosione del fatturato e quindi dei margini di profitto, non è peregrina l’ipotesi sostenuta dall’Azienda che a partire dal 2014 potranno registrarsi importanti perdite.
Fortunosamente l’idea dell’Assessore Spadoni di fare acquisire 10 milioni di euro di azioni Iren del Comune alla società non si è concretizzata: oggi Fcr sconterebbe una svalutazione del titolo di circa il 20%...
Onere netto dei Servizi Socio Assistenziali (euro/1.000)
 






RETE
La gestione poco trasparente del PD sulle partecipate ha trovato nei risultati di Rete un esempio lampante: il disavanzo 2008 venne tenuto nascosto per l’imminente celebrazione delle elezioni comunali dopo le quali si accertò un buco presunto di oltre un milione.
A consuntivo le perdite conseguite si sono attestate a 2,7 milioni di euro coperte dal Comune e con la cessione di patrimonio.
Una curiosità: l’ultimo esercizio si è chiuso con un utile di 16mila euro, stessa cifra delle donazioni conferite a Rete da privati.

AEROPORTO
Prima il tentativo di chiudere la società, poi il coinvolgimento dei privati nella gestione  impedendo però loro di sviluppare il proprio piano d’investimento ed infine la reinternalizzaizone onerosa (90 mila euro) ed il parziale prosieguo del piano dei privati che ha ridotto le perdite storiche della società.
Il PD ha castrato le potenzialità di struttura complementare al sistema aeroportuale interregionale dell’Aeroporto reggiano (bene pubblico) per non ostacolare il piano speculativo sulle ex Reggiane e gli interessi del partito sull’area (festa unità): la crisi sta spazzando via entrambi e l’aeroporto resta un bene strategico da sviluppare alla luce degli investimenti milionari (circa 9 milioni) sostenuti negli ultimi 20 anni.

TREND RISULTATI DI GESTIONE SOCIETA’ PARTECIPATE COMUNE DI REGGIO EMILIA
SOCIETA’
% PART.
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2012
ACER
25,50
651.645
204.891
9.183
10.316
3.737
9.688
2.184
3.593
FINCASA
100
9.084
35.072
52.310
103.030
64.503
47.892
9.335
1.001
CAMPUS REGGIO
100






3.644
1.369.482
MAPRE
100
9.858
22.359
21.694
48.096
130.031
2.862
9.439
13.309
ACT
38,55
1.092.760
934.206
2.935.262
4.233.186
4.693549
2.784.435
1.683.391
154.970
AEROPORTO
42
295.569
308.305
343.780
283.090
287.930
175.676
130.884
16.701
ASP OSEA
73




30.228
105.051
26.278
37.538
ASP RETE
97



260.431
1.453.242
1.007.371
13.471
16.205
ASP SS P. E M.
74




456
645
516
582
FOND DANZA
14,10
68.597
159.790
286.341
266.964
122.402
141.203
10.459
7.357
FOND MONDINS.
100





22.304
37.082
6.491
FOND SPORT
100


447
360.680
13.824
298.345
85.644
56.517
FOND TEATRI
90

112
1.248
13.153
2.695
2.924
4.552
9.340
CRPA
24,77
16.638
23.629
18.951
18.272
29.385
17.896
20.290
60.254
ENIA / IREN
7,77

23.958.436
27.624.791
28.425.100
40.436.054
102.689.657
57.042.700
57.975.638
AGAC INFRASTR.
55,32
1.554.211
2.072.041
2.119.254
2.417.110
2.334.622
2.254.715
2.047.717
1.804.189
PC INFRASTR.
22,10

336.191
343.686
339.744
179.194
499.881
402.002
268.403
FCR
100
680.577
730.472
920.043
807.118
468.407
900.620
2.366.142
347.433
ISTITUZIONE NIDI
100

35.899
2.052
86
2.254
30.466
17.060
44.411
RE. CHILDREN
51
12.729
7.809
142.348
195.929
194.546
7.325
89.558
1.682
RE. INNOVAZIONE
18,60
394.774
486.636
380.707
18.097
1.365
5.892
1.930
13.506
SIPER
26,49
246.196
174.150
310.620
377.481
131.716
343.100
432.158
7.784.441
SOFISER
400.036
329.398
338.747
9.685
248.634
45.746
NB: utili e perdite (in rosso) vanno commisurate alla quota di partecipazione.