venerdì 29 ottobre 2010

STATI GENERALI DEL DECENTRAMENTO: STRUMENTALIZZANO LE CIRCOSCRIZIONI CONTRO LA RIFORMA DI CALDEROLI

Il Comune di Reggio Emilia organizza per la giornata del 18 novembre gli “Stati Generali del decentramento amministrativo comunale in Emilia Romagna”.
Una manifestazione strumentale e con una chiara “squilibratura” politica, nella quale viene ancora una volta piegato il tema del decentramento amministrativo alle ragioni di lotta politica del PD.
La composizione degli inviti evidenzia una palese carenza di contraddittorio, nel maldestro tentativo di dare spazi nuovi ai soliti amici.
Il decentramento amministrativo a Reggio Emilia é da sempre stato utilizzato per dare una parvenza di democrazia e per buttare fumo negli occhi ai cittadini.
Proprio il Comune di Reggio Emilia non ha mai dato piena esecuzione al Regolamento delle Circoscrizioni, perseverando nel non concedere le deleghe e le attribuzioni previste ad esempio in tema di gestione delle manutenzioni.
Curioso che il PD intenda discutere di decentramento proprio mentre il Ministro Calderoli razionalizza il sistema degli enti locali tagliando le Circoscrizioni, in modo che questi enti pressoché inutilizzati gravino sulle tasche dei cittadini.
Patetico quindi che dopo i ripetuti insuccessi del centro sinistra in merito al decentramento amministrativo, proprio adesso gli aguzzini delle Circoscrizioni levano gli scudi a difesa di queste ultime.
Visto che in una generale riorganizzazione della pubblica amministrazione le Circoscrizioni andranno a sparire, sarebbe meglio che la Giunta facesse un profondo mea culpa, e che iniziasse una riflessione per fare in modo che la politica non rimanga chiusa nei palazzi come l´amministrazione Delrio, ma sia piú vicina alle istanze della gente e del territorio.

giovedì 21 ottobre 2010

VIA ZANNONI: L´ABUSO CONTINUA NEL SILENZIO DEL COMUNE

Sono anni che parliamo dell’abuso edilizio di via Zannoni... anche se purtroppo dal Comune nessun passo concreto per rimuoverlo.
Gli abitanti della zona sono preoccupati, e giorno dopo giorno vivono una discriminazione al contrario.
Per poter costruire o ampliare le costruzioni, oppure per collegarsi semplicemente alla rete fognaria, questi debbono intraprendere lunghe e costose trafile burocratiche autorizzative, mentre il loro “vicino di casa” può godere indisturbato dell’abuso edilizio sulla sua proprietà.
Una situazione divenuta ormai inaccettabile, che impone al Comune di accelerare quelle che sono le procedure di rimessione in pristino della zona.
Il procedimento sanzionatorio dell’abuso di via Zannoni ha inizio, ufficialmente, con il sopralluogo del tecnico comunale del 26 ottobre 2006.
A quasi 4 anni di distanza, tra ricorsi e lassismo da parte del Comune, la situazione di fatto è rimasta invariata. I proprietari continuano a godere degli abusi costruiti sulla loro proprietà.
Ad oggi i procedimenti amministrativi sono esauriti, occorre solamente che il Comune esegua le ordinanze che giá ci sono e che ripristini la situazione di legalitá.
Per pungolare l´amministrazione comunale a perseguire il ripristino della legalitá in via Zannoni, domani presenteró una interpellanza sul tema.
Personalmente ritengo che l’Amministrazione comunale debba dare una risposta pronta e ferma nella lotta degli abusi edilizi, senza se e senza ma, facendo rispettare alla lettera quella che è la normativa in materia.

giovedì 14 ottobre 2010

QUARTIERE MIRABELLO: INIZIA IL "SACCO DI REGGIO" NO TRASPARENZA ED IMPARZIALITÁ DEL COMUNE

La Giunta comunale ha reso noto che per quanto riguarda il progetto di rigenerazione del quartiere Mirabello sono state ricevute 13 manifestazioni d’interesse in seguito alla divulgazione dell’invito ai privati a presentare progetti.

In occasione della presentazione di tale “bando”, avvenuta sei mesi dopo il voto degli indirizzi da parte del Consiglio comunale, l’Assessore Spadoni auspicò che questa fosse una esperienza apripista, mentre l’Arch. Magnani puntualizzò la vera natura dell’oggetto, ossia una sorta di procedura aperta: “abbiamo scelto di non avviare una procedura standard … nella costruzione di un progetto congiunto.

Se negli indirizzi votati dal Consiglio comunale a fine 2009, si parlava di partecipazione dei cittadini alla costruzione del progetto e del coinvolgimento di capitali pubblici e privati secondo procedure di partenariato il sedicente “bando” ha modificato le cose aprendo rilevanti questioni di metodo e merito sintomatiche dell’approccio politico del PD alla questione etica nella conduzione della pubblica amministrazione.

Di cosa parliamo?
Di un bando che non è un bando, che è stato reso noto unicamente tramite l’albo pretorio del Comune e che a monte non ha visto nessuna forma di partecipazione istituzionale o popolare.
La prova che ci troviamo di fronte ad una procedura “fatta in casa” è data anche dalla riserva insindacabile del Comune di ammettere alla procedura anche manifestazioni d’interesse pervenute entro i 10 (dieci) giorni successivi alla scadenza del termine.

L’invito pubblico, perché così si chiama, non è un appalto di lavori né un Partenariato Pubblico Privato, non darà luogo alla gestione di servizi pubblici ma solo all’esercizio di attività ulteriori e differenti da quelle previste dagli strumenti urbanistici.
E’ insomma un oggetto sconosciuto costruito e pensato per essere gestito al di fuori del POC ed estraneo al diritto comunitario degli appalti pubblici e delle concessioni.

Il Comune di Reggio Emilia ha scritto su un proprio atto che la procedura prescelta considererà ogni proposta pervenuta in “un percorso di dialogo con l’Amministrazione … condotto in una prospettiva negoziale flessibile per quanto attiene i contenuti, i protagonisti, l’ambito territoriale di riferimento, i possibili interventi sull’assetto degli strumenti di pianificazione, le risorse e le sinergie invocabili”.

E da chi è composta la commissione di conduzione del dialogo?
Dal Dirigente ai Progetti Speciali, Arch. Magnani e dal Dirigente del Servizio Pianificazione Ing. Sergio…

Se ciò non bastasse il Comune metterà a disposizione, tramite la concessione di beni ancora facenti parte del demanio indisponibile essendo destinati a servizi pubblici, il diritto di utilizzare le unità immobiliari oggetto degli interventi nonchè il diritto di utilizzare potenzialità edificatorie già esistenti o addirittura da attribuire all’ambito.

Non è finita. Nell’ex polveriera, vincolata e a destinazione pubblica si potrebbe potenzialmente realizzare una galleria commerciale fuori dalla programmazione, si prevede la delocalizzazione della pista di atletica senza conoscerne la ricollocazione e si prevede la possibilità di trasformazione dell’area del campo di calcio di viale Olimpia.

Ci troviamo di fronte ad una trattativa privata? Ad una potenziale sdemanializzazione di fatto di beni pubblici? All’aggiramento delle elementari garanzie normative degli appalti pur essendovi di fatto un corrispettivo da parte del Comune?

Gli operatori economici, i professionisti, i cittadini tutti possono farsi la propria idea consultando gli atti.

Politicamente a nostro avviso siamo di fronte un aborto politico-amministrativo utile solo a sconvolgere le regole e ad aprire la strada alla discrezionalità e ci pare l’ennesima arrogante provocazione di una classe dirigente lontana anni luce dai concetti di trasparenza, imparzialità ed equidistanza che dovrebbero caratterizzare una pubblica amministrazione.

Pezzo a pezzo il PD sta vendendo la città.

mercoledì 13 ottobre 2010

IL 30% DELLE INTERROGAZIONI DEPOSITATE NEL 2009 SONO AD OGGI SENZA RISPOSTA, UN PREGIUDIZIO PER L´ATTIVITÁ DI CONTROLLO DEI CONSIGLIERI

Nella riunione tenutasi venerdí scorso della Commissione Controllo e Garanzia che presiedo, ho presentato ai Consiglieri commissari un report sullo stato delle risposte alle interrogazioni presentate.

Premettendo che la Giunta, da regolamento, ha 20 giorni di tempo per rispondere alle interrogazioni, il dato che emerge suona come un vero e proprio campanello d´allarme: il 30% delle interrogazioni presentate nel 2009 a tutt´oggi non ha ricevuto risposta, percentuale che scende al 22% per le interrogazioni presentate nel 2010.

Si tratta di un dato preoccupante e non fisiologico, che mette in serio repentaglio proprio l´attivitá principale del Consigliere Comunale, ovvero quella di operare un rigoroso controllo sull´operato della Giunta.

Non é ammissibile che interrogazioni presentate nell´agosto del 2009 ad oggi non abbiano trovato risposta.

Durante la discussione, unanimemente la Commissione Controllo e Garanzia mi ha conferito l´incarico di rappresentare questa incresciosa situazione al Presidente del Consiglio Comunale ed al Sindaco, al fine di eliminare questa situazione che viola i regolamenti vigenti.

Mi auguro che il Sindaco, preso atto della situazione, voglia intervenire al fine di garantire a tutti i Consiglieri Comunali, di maggioranza e di opposizione, la possibilitá di svolgere pienamente quel ruolo che é stato affidato loro dai cittadini.

mercoledì 6 ottobre 2010

“LA TASSA GANDOLFI” IN VIA EMILIA OSPIZIO SI FA SENTIRE PARTENDO DALLE CODE

A paritá di traffico le code ed i disagi per i cittadini sono aumentati, mi chiedo con quale coraggio l´assessore Gandolfi difenda un la riqualificazione di via Emilia Ospizio.

Il restringimento eccessivo delle corsie di marcia per le auto sta portanto al collasso della circolazione automobilistica, sotto la bandiera di una “crociata contro le auto” che sta avendo effetti devastanti sulla Cittá e sul suo tessuto produttivo.

In via Emilia Ospizio e su viale Umberto I l´utilizzo di queste “corsie pulifunzionali”, non previste dal codice della strada, che di fatto creano un ulteriore fonte di pericolo alla circolazione.
Nell´intenzione di Gandolfi e della Giunta queste corsie sono state concepite come “spazio per la socialitá” snaturando in se il concetto di strada: la strada é fatta per circolare non per prendere n caffé con gli amici.

Anche gli spartitraffico utilizzati non sono conformi a quanto previsto dal codice della strada.
Questo é un vizio progettuale di Gandolfi che, ripetendo gli errori della rotonda di Santo Stefano e di viale Umberto I, ha pensato di mettere anche in via Emilia Ospizio spartitraffico piú alti rispetto a quelli consentiti dal codice della strada e, probabilmente per valutazioni cromatiche, queste opere non sono del prescritto colore giallo.

Qualcuno dovrebbe infine dire a Gandolfi che il McDrive é preesistente a quel dannoso restyling della via Emilia che il Comune ha fatto.
Il numero di auto é lo stesso, ma con la strada “piú grande” il traffico riusciva comunque ad essere scorrevole e a non congestionarsi subito.
Inoltre il McDrive é un´attivitá commerciale che ha ricevuto tutte le autorizzazioni, anche da parte del Comune. Pertanto nella progettazione del restyling i tecnici avrebbero dovuto tener conto anche di questa attivitá.

Via Emilia Ospizio e viale Umberto I saranno esteticamente migliori ma il loro aspetto funzionale é fortemente diminuito. Ogni volta che l´assessore Gandolfi mette mano alla viabilitá combina un vero e proprio disastro: ogni strada che tocca si trasforma in colonna di auto.

Code ed inquinamento atmosferico, oltre alla necessitá di spendere ingenti somme di denaro per riparare agli errori, questa é l´ereditá che lascia l´assessore all´(im)mobilitá Paolo Gandolfi ai cittadini di via Emilia Ospizio e viale Umberto I.