mercoledì 4 aprile 2012

CASO REGGIANE: IL GOVERNO NON SA CHE PESCI PIGLIARE PER RISOLVERE LA QUESTIONE DEGLI ESODATI


Il “caso Reggiane” continua a far parlare di sé.
Il tema degli “esodati” rappresenta un nodo intricato che il Governo non sa o non vuole risolvere.

I dati allarmanti sulla disoccupazione non fanno ben sperare. Nel nostro Paese, infatti, i disoccupati hanno raggiunto la quota del 9,3% (dato più alto dal 2004), che arriva al 31,9% se si considera la fascia d’età 15 – 24 anni.
In questo contesto gli esodati, ossia i lavoratori che hanno scelto in accordo con le aziende di lasciare l’impiego e che ora, in seguito alla riforma delle pensioni, rischiano di restare senza pensione e senza stipendio, rappresentano un’emergenza nell’emergenza.

Le aziende che hanno fatto ricorso a queste misure straordinarie, lo hanno fatto perché erano in crisi o, peggio ancora, perché stavano per chiudere.
Nel caso delle Reggiane, ad esempio, la Terex (società che ha acquistato le Reggiane e sta attuando una forte riduzione del personale) si troverebbe con 40 dipendenti che anche se volesse, non saprebbe come utilizzare.

Siamo di fronte ad un Governo che cambia, con effetto retroattivo, le norme che permettevano di superare le crisi aziendali. Norme che avevano come interesse la salvaguardia dei diritti dei lavoratori e la sopravvivenza delle aziende.

Le paure ed i timori per l’incertezza di questa situazione assalgono sempre di più le famiglie degli esodati, lasciati soli anche dai sindacati.
4 ore di sciopero generale rappresentano il nulla rispetto a quello che i sindacati mostravano contro il Governo precedente su questioni meno importanti.

Occorre chiarezza sin da subito; per questa ragione i Parlamentari della Lega Nord, tra cui lo stesso on. Alessandri, hanno presentato interrogazioni ed atti di indirizzo parlamentare volti a risolvere questo spinoso e pericoloso empasse.

Occorre trovare una risposta e bisogna farlo subito; è infatti inamissibile che lo Stato abbandoni questi lavoratori, che tanto hanno dato alle aziende presso le quali erano impiegati e per la crescita del Paese.

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