mercoledì 6 novembre 2013

INQUINAMENTO A REGGIO EMILIA: LA RESPONSABILITA’ DELLE FOLLI POLITICHE DI MOBILITA’ ATTUATE DAL PD


Reggio Emilia è tra le città più inquinate del Paese, questo il risultato delle folli politiche della mobilità attuate dal PD in questi 9 anni.

Il continuo restringimento delle carreggiate, i numerosi e mal costruiti dossi, le numerose inutili rotondine sparse qua e la per il territorio comunale, hanno come effetto si la riduzione della velocità delle autovetture, ma comportano anche l’andamento irregolare delle stesse, costringendo gli automobilisti a continue frenate e ripartenze.

Inoltre, la viabilità cittadina soffre di una mancanza strutturale cronica. Poche strade e fatte male.
Il risultato sono le estenuanti e lunghe code che durante le ore di punta si verificano nelle principali arterie cittadine.

Le strade sono come le vene e le arterie del corpo umano, pertanto se vi è un’ostruzione o un impedimento, il sistema “collassa” ed è quello che avviene quotidianamente nella nostra Città.

A ciò si aggiunga il fatto che, proprio chi dovrebbe progettare e realizzare strade fa il proprio mestiere seguendo il motto: “chi semina strade raccoglie traffico”, e la frittata è fatta.

Una Città come Reggio Emilia senza auto rappresenta una pura utopia, quella stessa utopia che in modo estremista è stata portata avanti negli ultimi anni dall’amministrazione targata PD.

Il risultato è che i reggiani respirano aria peggiore, e probabilmente si ammalano e muoiono perché chi li amministra, non ha pensato a rendere più rapido e fluido il traffico automobilistico, ma ha cercato di impedirlo con ogni mezzo.

Anche in questo caso i nodi sono venuti al pettine, e gli autori di queste sbagliate politiche di mobilità dovrebbero chiedere scusa alla Città e rassegnare le loro dimissioni, senza ripresentarsi per amministrare la cosa pubblica.


L’incompetenza e l’estremismo di certe scelte a creato una città agonizzante, con una qualità dell’aria pessima, ambiente ideale per numerose patologie che portano anche alla morte.

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