sabato 14 febbraio 2009

LE STRADE DI REGGIO SONO UN DISASTRO


La situazione del manto di numerose strade è veramente pericoloso.
Importanti vie di comunicazione come ad esempio la Emilia a Masone, nel raccordo con la tangenziale di Reggio, sono martoriate dall’emergenza buche che, in alcuni casi diventano veri e propri crateri (come quello documentato nella foto che inoltro).
Ho denunciato pubblicamente la pericolosità per il transito della parte di via Terrachini che va da via del Partigiano a via Melato, ma anche la neo asfaltata via Emilia San Pietro comincia a presentare le prime buche.
I fenomeni atmosferici avversi non possono e non debbono essere l’unica situazione di questo stato di fatto.
Il Comune di Reggio Emilia in questo ha importanti responsabilità.
Sono infatti dimezzati i budget per le asfaltature che sono stati assegnati alle Circoscrizioni.
Il Sindaco e la sua Giunta preferiscono abbellire le piazze e fare fontane piuttosto che pensare alla meno appariscente manutenzione ordinaria delle strade di loro competenza.
Una scelta politica che trova la sua fonte principale nel bilancio appena approvato, che abbiamo contestato in tutte le sedi possibili.
Ritengo che sia necessaria un’ulteriore riflessione, circa la qualità dei lavori effettuati e quindi delle nostre strade.
La cronicizzazione del “problema buche” nella città credo che sia data dal fatto che i lavori non siano eseguiti a regola d’arte.
Sembra quasi che le asfaltature siano effettuate per essere poi sostituite e rifatte a distanza di pochi mesi.
Eppure basta vedere esempi vicini, come ad esempio quello dell’autostrada Milano – Bologna. Un manto stradale che non presenta particolari criticità, nonostante la situazione atmosferica sia stata identica a quella avuta in città ed il volume di traffico è notevolmente superiore.
La sicurezza stradale si fa anche garantendo agli utenti della strada vie sicure e ben tenute. Evidentemente la sicurezza stradale passa in secondo piano rispetto alla necessità di questa Amministrazione che pare preoccupata a realizzare monumenti a “futura memoria” piuttosto che contribuire concretamente a migliorare la qualità della vita dei reggiani.

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